Tipica celebrazione neocat in una saletta |
Esperienze come la sua aiutano, intanto perchè racconta dalla prospettiva privilegiata di "figlio del cammino" e poi perchè descrive, con rigore giornalistico, qualcosa che ci aiuta a capire dove realmente conduce, come fine ultimo, l'itinerario battesimale di Kiko e Carmen che prende il nome di Cammino Neocatecumenale, al quale, purtroppo, è consentito di operare indisturbato nella Chiesa e a nome della Chiesa, ma di cui - come appare evidente - non si sente parte e che non rappresenta.
Come già altre volte abbiamo messo in evidenza, operare nella Chiesa serve al Cammino di Kiko/Carmen unicamente per occuparla, piano piano, e sostituirsi ad essa, niente altro!
Tipica "prima Comunione" neocatecumenale |
Testimonianze come questa, che meritano senz'altro di essere messe in evidenza, andrebbero incorniciate!
La narrazione della Celebrazione di Prima Comunione, a cui ha assistito il nostro amico, parla da sola, non servono commenti.
La cosa che profondamente rattrista è leggere che questo giovane "figlio del cammino" ed ex-neocatecumeno, avendo preso coscienza del fatto che l' unico dio a cui era stato educato e in cui aveva creduto era il cammino stesso, una volta lasciato il cammino, ha abbandonato anche la Chiesa.
Questo, purtroppo, accade più spesso di quanto crediamo, specie quando, come in questo caso, si è nati e cresciuti in questa limitata e limitante esperienza, tanto elogiata, inspiegabilmente, in ambienti ecclesiastici di alto livello.
L.C. ha detto...
- Buona sera a tutti, ho appena finito di leggere questo interessante "articolo". Vorrei scrivere una cosa accaduta esattamente ieri, 1 Maggio in quel di Roma. Ciò di cui sto per scrivere non ha a che fare con Carmen, ma credo più sulle modalità del cammino che tutti noi o quasi conosciamo.
Come se fosse solo uno snack...
Durante tutta la messa mi sono segnato sul cell nelle note alcuni punti della celebrazione che vorrei ricordare era una PRIMA COMUNIONE.
Abbeverandosi al calice-insalatiera della salvezza (del neocatecumenalismo) |
2) Il prete (presbitero n.d.r.) urla con il cellulare alla mano di mettere i cellulare in modalità aereo perchè non dobbiamo essere disturbati durante la messa. Purtoppo il modo non riesco a parole a renderlo, ma era davvero pedissequo e borioso.
3) 1 lettura canto alla prima lettura, salmo cantato (una palla e triste come sempre, e la ragazza che cantava poteva fare un sorriso ogni tanto) e vangelo. Mancavano solo le "ammonizioni".
4) arriviamo al clou. Ricordo che era una messa (non celebrazione) per la prima comunione dei bambini. L'omelia è durata 58 minuti. Io volevo spararmi una gamba per non soppartare quel prete mezzo italiano mezzo non so cosa che urlava come una scimmia. Non stava all'ambone, ma girava per la chiesa e la mensa era ovviamente del cnc, con tanto di croce di Kiko. Durante l'omelia non ha citato MAI i bambini, o la gioia della comunione o non so che, ha iniziato a fare il KERYGMA. E mio padre era in visibilio. Ha iniziato a dire che l'amore non esiste, che il marito/moglie sono dei nemici e che li odiamo. Io mi chiedo allora, perchè ci si sposa? Io non mi sposerei mai con il mio nemico... e credo che nessuno lo farebbe. Poi ha iniziato a fare domande ai genitori e far dare l'esperienza ad uno di loro (ovviamente catecumeno doc).
5) le preghiere fatte dai bambini erano spontanee, di solito io ricordo che si facevano solo 4 preghiere, quelle generali della chiesa. (Questo forse è il meno peggio) e si capiva subito quale bambino era del cnc e quale no.
6) Alla comunione, i bambini l'hanno presa sotto le due specie, esattamente come in comunità. Se volete una prova ho le foto. Dopo, al ristorante mio padre ha chiesto: Nipote ma sei contenta che hai bevuto insieme ai tuoi amici dal calice della salvezza? La bambina: si nonno... ma non è tanto igienico. Io morto in due dalle risate XD
7) tutti canti del cammino, mai uno della chiesa eh. Manco per sbaglio...
8) canto finale e per fortuna nessuna danza. Mamma stava già partendo che voleva farla.
Balletto-girotondo liturgico finale |
In realtà vorrei esprimere meglio quello che ho provato e ho visto, ma se ne avrò modo vorrei instaurare con voi un dialogo costruttivo su tutto ciò che il cammino ha fatto e che ha distrutto.
Detto ciò una buona serata e scusate del papirone.
La pace L.C.
Qualche commento:
da Autore della Lettera:
Io mi chiedo come si fa a urlare in faccia a dei bambini di prima comunione che l'amore non esiste e che moglie e marito (quindi mamma e papà) in realtà si odiano. Era meglio non farla l'omelia, se sbraiti idiozie simili per ben 58 minuti.
Maria Ausiliatrice. Pala d'altare commissionata da don Bosco a Tommaso Lorenzone |
Valentina Giusti:
Nipote, sei contenta che hai bevuto insieme ai tuoi amici dal calice della salvezza? Di solito a un bambino che ha fatto la prima Comunione si chiede se è contento di aver ricevuto Gesù dentro di sé: non si menzionano calici della salvezza - anche se la comunione è fatta sotto le due specie -, tantomeno da bere con gli amici, quasi fosse una libagione pagana. Naturalmente faccio salva la perfetta buona fede di tuo padre, L.C., ma è una frase che sembra riferirsi più alla Pasqua ebraica che ad un'Eucaristia cristiana.E, per finire, anche se so che i genitori del nostro geniale amico L.C., purtroppo, non leggeranno, io ugualmente vorrei dire loro: Vi rendete conto di come vi vedono i vostri figli? Vi rendete conto di come vi rispondono i vostri nipoti? Cosa avete costruito in decine di anni di cammino? A parte le carnevalate, di cui tante volte si è parlato su questo Blog e oggi così efficacemente descritte dallo scrupoloso osservatore che ha voluto regalarci la sua dettagliata testimonianza, cosa rimane nel cuore di chi partecipa alle vostre rappresentazioni in stile kikiano? Nulla, assolutamente nulla, solo la voglia di restarne alla larga, per il futuro... Solo la difficoltà di instaurare un qualunque rapporto con Dio, nella Chiesa... Tutto questo lascia soltanto una profonda amarezza!
"Fractio panis" neocatecumenale alla GMG 2013 |
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Integro con il commento di L.C.
Innanzitutto grazie a tutti! Non mi aspettavo che il mio commento diventasse un post. Davvero grazie, mi sento quasi onorato.
- Mio
padre, poi, dopo giorni e discussioni varie ha ripetuto: "che bella
omelia!" Volevo davvero dirgliene quattro e cercare di comunicare, ma
credetemi che è davvero impossibile. Mio padre, da catechista, non vuole
essere fermato quando parla e non si deve dire il contrario di quello
che dice.
A tutti coloro che mi hanno "coccolato" dicendomi di riprovare con la chiesa quella vera, vi dico davvero grazie di cuore. Ma ora come ora vorrei provare altre esperienze, ho paura ad avvicinarmi alla chiesa. Purtroppo nella mia mente esiste solo LA CHIESA che è la comunità. Sono stati dei gran burattinai. Hanno saputo giocare con la mia mente. Hanno instillato in me quel senso di superiorità del cammino rispetto a tutto il resto della chiesa, vi chiedo scusa per questa mentalità, sono giovane e credo e spero di poter cambiare.
Potrei parlarvi di tante, tante altre cose che ho visto in 20 anni, da quando sono nato.
Siccome si parla sempre di DECIMA, vi racconto questo fatto. Durante il primo anno dell'università, ho studiato fuori dalla mia città e i catechisti quasi me lo proibirono, feci la decima nella mia nuova comunità. Tornato a casa nella mia comunità di appartenenza anche lì mi chiesero la decima. Dissi al responsabile che non volevo, perché già fatta. La risposta: "hai due comunità farai due decime."
La mia risposta: "Sono uno studente fuorisede, non posso e non voglio morire di fame per farti mettere i soldi in tasca a te."
E da quella volta non misi mai più piede là dentro.
Nota a margine (b.T.): a proposito di prime Comunioni, così, solo per rendere l'idea, segnalo la pagina del blog delle prime Comunioni a Vocogno di qualche giorno fa, in una Messa cantata - una liturgia rivolta a Dio, non uno spettacolino autogestito - e... senza nemmeno una chitarrella.
La liturgia tradizionale in latino contiene tutti quei segni e gesti che oggi sembrano fuori dall'ordinario: incenso, paramenti, aspersioni, segni di croce, genuflessioni, il celebrante rivolto a Dio esattamente come il popolo (per cui lo si vede solo di spalle, tranne quando si rivolge al popolo stesso)... sono tutte cose che si sono accumulate lungo tantissimi secoli, garantite dall'autorità della Chiesa e verificate dalla spiritualità dei santi: preziosi paramenti perché il sacerdote, nella liturgia, è rivestito di autorità conferitagli da Nostro Signore, l'incenso, omaggio a Dio da tradizione plurimillenaria, l'acqua benedetta, i numerosi segni di croce lungo tutta la liturgia (con la nuova liturgia del 1969 furono drasticamente ridotti), l'altare consacrato in uno spazio sacro più elevato rispetto al popolo, poiché il sacerdote è davvero intermediario tra l'uomo e Dio e l'azione sacra si svolge più in alto delle cose della vita umana...
Oggi sembrano fuori dall'ordinario perché siamo abituati a liturgie sciatte, celebrate con paramenti dozzinali, con segni liturgici ridotti al minimo indispensabile, con canzonette imbecilli e insipide. La liturgia ridotta a spettacolino autogestito, oltre a non essere gradita a Dio, è sgradita anche ai partecipanti - che devono fare un notevole sforzo per vincere fastidi e distrazioni ed essere in unione con Dio.
Un asino non può capire la differenza fra il ragliare i canti di Kiko o il cantare un gregoriano (i canti gregoriani elevano l'anima a Dio, al punto che si diceva che tale canto fu portato agli uomini direttamente dagli angeli), non riesce a capire la differenza ministeriale fra celebrante e assemblea, non si spiega per quale motivo si usa un prezioso altare per l'Eucarestia (coperto da tre tovaglie d'altare, senza banane e prodotti ortofrutticoli), non riesce proprio a capire che l'aspetto conviviale dell'Eucarestia non può e non deve prendere il sopravvento rispetto all'aspetto sacrificale. E naturalmente si guarderà bene dall'inginocchiarsi: non ci si inginocchia neppure davanti al Presidente della Repubblica, ci si inginocchia davanti a Dio. Per questo si inginocchiano davanti a Kiko ma mai davanti al Santissimo Sacramento: per loro Kiko è Dio, e il Santissimo Sacramento è solo una specie di "sacro snack".