Papa Francesco perplesso di fronte all'omelia di Kiko |
«La comunione è essenziale: a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte».E purtroppo, in verità, sono molti i "dettagli" dell'itinerario neocatecumenale che minano l'unità ecclesiale. Uno di questi dettagli è la celebrazione della veglia pasquale separata, di cui come abbiamo visto recentemente i vescovi se ne lamentavano già trent'anni fa.
Subito dopo, nonostante i kikos tentassero in ogni modo di banalizzare e mistificare, c'è stato un piccolo ma significativo tumulto nel Cammino. Uno dei casi che più hanno colpito l'autonominato "iniziatore" Kiko Argüello è stato quello di un parroco di Madrid che gli ha scritto che intendeva ubbidire al Papa e celebrare un'unica veglia pasquale di tutta la parrocchia - così come stabilito dai documenti liturgici validi per tutta la Chiesa cattolica - anziché fare una Veglia Neocatecumenale separata dalla veglia per i "cristiani della domenica" che non hanno la fortuna di appartenere al cammino.
La cosa ha provocato un gigantesco sufrimiento (Suffering of the Innocent) a Kiko, che prontamente ha scritto al Papa per lamentarsi che i fratelli stavano fraintendendo...!
Mons. Becciu, della Segreteria di Stato Vaticana, il 3 aprile 2014 risponde a nome del Papa che quelle parole non modificano affatto lo Statuto del Cammino, confermandone esplicitamente gli articoli 12 e 13.
Solo che gli articoli 12 e 13 dello Statuto del Cammino
non autorizzano alcuna "veglia pasquale separata".
L'articolo 13 tratta delle liturgie eucaristiche neocatecumenali proibendone tutti gli strafalcioni, le aggiunte e le omissioni. Vediamo in dettaglio l'articolo 12, che riguarda proprio la veglia pasquale.
Art. 12 [Veglia pasquale]:Nessuno dei tre paragrafi autorizza una "veglia pasquale separata". Lo Statuto del Cammino non può essere usato come "cavallo di troia" per alterare a piacere le norme liturgiche valide per tutta la Chiesa.
- Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato in modo eminente nel Santo Triduo, il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico. Esso costituisce pertanto il fulcro del Neocatecumenato, in quanto riscoperta dell’iniziazione cristiana.
- «La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale, sono ispirazione per tutta la catechesi». È per questo motivo che, durante l’itinerario, i neocatecumeni sono iniziati gradualmente ad una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza.
- In questo modo il Neocatecumenato contribuisce a formare poco a poco un’assemblea parrocchiale che prepara e celebra la veglia pasquale nella notte santa, con tutta la ricchezza degli elementi e dei segni liturgici e sacramentali voluti dalla Chiesa.
Nel comma 1 si dice che il Triduo Pasquale «costituisce il fulcro del Neocatecumenato». Ci aspetteremmo dunque che i fratelli del Cammino partecipino con devozione al Triduo in parrocchia, visto che le norme liturgiche prevedono che il Triduo si faccia solo in parrocchia (e non nei posti dove fa comodo ai fedeli). E invece...
Nel comma 2 si dice che «i neocatecumeni sono iniziati gradualmente ad una più perfetta partecipazione» alla Veglia pasquale. Ma anche i bambini del catechismo vengono «iniziati gradualmente ad una più perfetta partecipazione» alla Veglia pasquale, senza dover creare liturgie "separate".
Per tale itinerario "iniziatico" neocatecumenale, dunque, non è stabilito da nessuna parte di dover assentarsi dal Triduo in parrocchia: questo articolo dello Statuto non menziona tridui "iniziatici" separati: stabilisce solo che i fratelli del Cammino vengano adeguatamente preparati ad una più perfetta partecipazione.
Nel comma 3 si dice che il Cammino contribuisce a formare (sia pure «poco a poco») un'assemblea parrocchiale. Questo contributo evidentemente non può avvenire separandosi dalla parrocchia, visto che in tutte le altre esperienze ecclesiali (e perfino per i bambini) si viene "formati" senza aver bisogno di separarsi dalla parrocchia.
Insomma, l'articolo 12 dello Statuto del Cammino non permette "veglie pasquali separate".
Ora ci chiediamo: nel 2015 i fratelli del Cammino inizieranno a ubbidire?
Oppure tenteranno qualche altro stratagemma?
O continueranno a infischiarsene del Papa e dello Statuto, celebrando le loro "veglie neocatecumenali" separate dalla parrocchia?
Papa Giovanni Paolo II ha comandato al Cammino di rispettare fedelmente le norme liturgiche.
Papa Benedetto XVI ha comandato al Cammino di celebrare la liturgia senza aggiunte né omissioni.
Papa Francesco ha comandato al Cammino di rinunciare a certi «dettagli» e di seguire gli articoli 12 e 13 dello Statuto (ossia ha confermato quanto detto dai suoi predecessori).
Cosa faranno quest'anno i fratelli del Cammino nel triduo pasquale il 3-4-5 aprile 2015 ?
A questo punto è lecito aspettarsi l'eventualità che il Tripode neocatecumenale (Kiko, Carmen, Pezzi) venga convocato "ai piedi di Pilato" in qualche riunione interdicasteriale per ricominciare ad affrontare il problema degli strafalcioni liturgici e per vietare astuzie e stratagemmi per quanto riguarda le veglie pasquali separate. E magari ci potrebbe scappare anche la nomina di qualche figura di riferimento non scelta da Kiko (potrebbero chiamarla "consultore") che continuamente ricordi al Tripode che il Cammino deve rispettare le norme liturgiche valide per tutta la Chiesa.
E dunque, cari fratelli del Cammino, quando Kiko "ispirato" da qualche "spirito" vi comanderà di fare diversamente dagli anni scorsi, cosa farete?
Rifletterete sul fatto che Kiko può sbagliare ed ha tante volte sbagliato inducendo in errore anche voi?
Rifletterete sul fatto che chi vuole definirsi cattolico deve vivere come un cattolico senza trucchetti, astuzie, separatismi?
Rifletterete sul fatto che il vostro itinerario non è affatto migliore di quelli dei "cristiani della domenica"?
(*) Nota a margine: anche papa Francesco, il 1° febbraio 2014, ha confermato che a inviare le famiglie neocatecumenali in missione sono in realtà i responsabili del Cammino (non il Papa, come falsamente affermano i kikos), quando ha precisato: «...nelle quali i vostri responsabili vi inviano...»).
Kiko indiavolato mentre fa la sua protesta sindacale lamentandosi col Papa (1 feb. 2014) che ancora non esiste in tutte le parrocchie l'iniziazione neocatecumenale |