venerdì 16 aprile 2010

Eresie del movimento neocatecumenale. Ultimo grido d'allarme.

Da oggi, iniziamo la pubblicazione del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. Lo riproponiamo così com'è, perché i contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

Lo spirito dichiara apertamente
che negli ultimi tempi
alcuni si allontaneranno dalla fede,
dando retta a spiriti menzogneri
e a dottrine diaboliche,
sedotti dall'ipocrisia di impostori
già bollati a fuoco
nella loro coscienza...
(1 Tim 4,1s)
Introduzione
Da molti anni il movimento neocatecumenale gode la stima, il favore e gli elogi di alcuni membri della gerarchia cattolica; sarebbe piuttosto laborioso redigere una raccolta completa di tutte le espressioni di compiacimento e benevolenza degli stessi Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II [ed ora Benedetto XVI].
Il suo «Cammino» è stato presentato ed encomiato come metodo esemplare per un ritorno al più autentico Cristianesimo, nella decisa eliminazione di tutte le scorie che attraverso i secoli ne hanno deturpato il volto, tradito il messaggio.
Il successo ottenuto sembra sia evidente dal moltiplicarsi delle «comunità» sorte in migliaia di parrocchie... dall'erezione di nuovi seminari, dall'attività missionaria svolta da nuclei familiari in terre lontane di prima evangelizzazione.
Tutto ciò ha fatto pensare ad uno straordinario intervento dello Spirito, particolarmente provvidenziale in un'epoca di apostasia dalla fede come la nostra.
Fonte ispiratrice del vasto fenomeno è un testo inedito che raccoglie un corso di istruzioni per «catechisti» tenuto nel febbraio 1972 da Kiko Arguello e da Carmen Hernandez a Madrid. Forma un volume dattiloscritto di 373 pagine. Esso, fotocopiato, circola come testo formativo dei nuovi Apostoli. Non può dirsi ufficiale solo perché riservato, non perché non esprima idee e convinzioni degli autori. Finora non è stato mai modificato o ritrattato; e nessuno, dal giugno 1990 ad oggi, ha protestato per obbligarmi a rettificare in tutto o in parte il mio giudizio critico.
Ripetutamente esaminato dagli anni '80 in poi, risulta che, tra alcuni elementi positivi, il testo ne contiene numerosi gravemente negativi, perché inconciliabili con fondamentali verità del Cristianesimo proproste dal solenne Magistero della Chiesa, come credo di aver dimostrato nelle precedenti edizioni del saggio. Il quale, essendo stato mandato ovunque, dovrebbe avere informato moltissimi della pubblica accusa di e r e s i e da me sostenuta.
Non mi sono state chieste spiegazioni né sono stato invitato ad una verifica critica ad un dibattito... Finora indifferenza e silenzio hanno accolto il mio lavoro. Singolare e preoccupante un atteggiamento del genere, soprattutto da parte di certi responsabili dell'ortodossia cattolica. Come spiegarlo? Rimetto tutto al giudizio di Dio e della storia. Ma appunto questo giudizio mi stimola a riprendere la tesi di fondo: le premesse del movimento neocatecumenale sono eretiche; e ciò sottolineo specialmente per quanti hanno ritenuto esagerato o addirittura calunnioso il titolo del «saggio».
* * *
I Neocatecumenali ci tengono ad esibirsi come membri zelanti della Chiesa cattolica. Fedelissimi del Papa, i loro incontri con Lui - specialmente in certe udienze pubbliche - sono clamorosi, spettacolari per quanto reclamizzati. Tutti devono sapere che essi compongono la Chiesa più vera, superiore a quella dei comuni credenti, che non seguono il "cammino» indicato da Kiko. Ambiscono talmente ad essere ritenuti docili alle direttive del Papa - e potersi quindi affermare ed anzi imporre - che hanno osato far credere di aver ottenuto dalla Santa Sede la solenne approvazione del movimento quando, il 30 agosto del '90, il Pontefice si limitò a scrivere a Mons. Cordes, loro assistente, una parterna - ma privata - lettera di compiacimento della loro opera...
In Italia, alcuni vescovi e parroci si ritennero obbligati ad accettare e favorire il cammino neocatecumenale, avendo letto nel documento pontificio: «Auspico, pertanto, che i frtaelli nellepiscopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori...»
Ovviamente si eccedette, perché dopo qualche tempo, su AAS (Acta Apostolicae Sedis) 1990 p. 1513 chiunque poteva leggere e meditare la seguente precisazione: «La Mente del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino Neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è di dare indicazioni vincolanti agli Ordinari del luogo, ma soltanto ad incoraggiarli a considerare con attenzione le Comunità Neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari, di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi».
Il problema che torno a sollevare è questo: i presupposti del cammino neocatecumenale si conciliano con la dottrina cattolica? Quali e rapporti Neocatecumenali con la Chiesa?
Per saperlo, unica fonte di una ricerca oggettiva ed esauriente resta il documento citato: il solo realmente completo... il solo ritenuto autorevole perché fedele al pensiero di Kiko e Carmen... il solo ancora inalterato e sicuro criterio di un giudizio criticamente valido (insieme con le numerose testimonianze raccolte in Appendice).
Segue che:
  1. riferendomi ad esso, nessuno potrà rimproverarmi di aver «inventato», attribuendo agli autori quel testo che essi non hanno mai pensato...;
  2. Kiko e Carmen possono respingere l'accusa di «eresia» soltanto se disposti a fare una pubblica professione di fede contraria agli errori che sono stati loro attribuiti.
In conclusione, penso di poter sostenere ancora l'accusa di eresia contro i Neocatecumenali che hanno capito e accettato il contenuto dottrinale del documento; per cui la loro influenza nella Chiesa costituisce una seria minaccia per l'ortodossia cattolica. La buona fede, se può salvarli, non dispensa però nessuno dal dovere di smascherare i loro errori. Linguaggio, questo, che potrà sembrare ingenuo, superato, soltanto da chi non crede più nella verità ed è ormai estraneo alla Chiesa che continua ad insegnarla e difenderla.
I

NIENTE REDENZIONE


Gesù Cristo ha fondato la Chiesa perché questa, attraverso i secoli, applicasse alle anime i frutti della Sua Redenzione; negata la quale, la Chiesa non ha alcuna ragione sufficiente per essere davanti a Dio né davanti alla Società umana e alla storia. Ora, il Movimento Neocatecumenale, nella dottrina di Kiko respinge la "Redenzione"; dunque è fuori e contro la Chiesa cattolica

In realtà, secondo Kiko, all'attuale "processo di desacralizzazione e di crisi di fede, lo Spirito Santo (....) ha risposto con il Concilio" in che modo? "Il Concilio ha risposto rinnovando la teologia. E non si è parlato più di dogma della Redenzione ...." pag. 97.

Il concilio Vaticano II però insegna tutto l'opposto, perché Gesù, "con la sua obbedienza ha operato la Redenzione" (LG 3).
  • Egli "ha compiuto la Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni..." (iv., 8);
  • "Il popolo messianico (...) è pure da Lui assunto ad essere strumento della Redenzione..." (iv., 9):
  • "Lo stato religioso (...) testimonia la vota nuova ed eterna acquistata dalla Redenzione di Cristo..." (iv., 44);
  • Volendo Dio misericordioso e sapientissimo compiere la Redenzione del mondo (...) mandò il suo Figliolo..." (iv., 52);
  • "Questa unione della Madre col Figlio nell'opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo..." (iv., 57);
  • Nella celebrazione della Messa "si attua l'opera della nostra Redenzione..." (SC 2; cf. UR 12; PC 5; AA 2,5; DH 11; PO 13; GS 67, ecc.)
_______________________________
Nota: Kiko insegna che dopo il Concilio "non si è parlato più di dogma della Redenzione" ed in effetti anche la predicazione successiva, allontana molto sia dalla Redenzione che dal Redentore.
Bisogna notare che nel cammino nc non si parla mai di "peccato originale". Ed in effetti la nuova pastorale (neocatecumenale) delle diocesi (vedi in alto a sinistra il link al thread "la nuova Chiesa che avanza") quando nel documento diocesano parla degli effetti del Battesimo omette "la cancellazione del peccato originale"
  1. il peccato non offende Dio
  2. Basta con i sacrifici di espiazione: Dio non aveva bisogno di espiazione...
  3. Cristo non è modello di santità per nessuno. Quindi la nostra 'configurazione' a Lui (vedi S. Paolo), che è il progetto dell'uomo nuovo in Lui voluto dal Padre, non avviene
  4. questo e molto altro e ciò che vedremo di seguito

7 commenti:

  1. Una riflessione sul testo di padre Zoffoli, a vent'anni di distanza, è utilissima.

    E' utilissima poiché noi affermiamo che il Cammino non è cambiato per niente e desideriamo che chiunque possa verificarlo personalmente ed in modo convincente.

    Quel "volume di 373 pagine" di cui nel 1991 padre Zoffoli accennava, nel corso degli anni è diventato un elenco di quattordici (sono ancora "soltanto" quattordici?) volumi, di migliaia di pagine. Significa che per almeno quattordici volte il Cammino aveva qualcosa da nascondere alle autorità da cui pretende di essere riconosciuto.

    Migliaia di pagine di elucubrazioni kikiane-carmeniane che hanno deformato intere generazioni di neocatecumenali.


    Ma nel frattempo arrivano altre gradite novità su cui invitare alla riflessione: stavolta arrivano dal sito web del Vaticano:

    * approfondimenti sulla liturgia (link)

    dove tra l'altro si spiega perché il Papa vuole la comunione in ginocchio e alla lingua nonché l'uso del latino nella liturgia.

    "Evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici", "alla Comunione sulla lingua fa riferimento anche san Tommaso d'Aquino": queste parole -ed altre dello stesso tono-, che tanto hanno fatto sdegnare i seguaci di Kiko e Carmen ogni volta che noialtri le pronunciavamo, campeggiano ora sulle pagine del sito web del Vaticano sotto una foto del Papa Benedetto XVI che amministra la comunione "in ginocchio e alla lingua".

    Noialtri, che abbiamo amato (e vogliamo amare sempre di più) il sacramento dell'Eucarestia, per aver solo umilmente riportato concetti semplici come quelli, abbiamo ricevuto dai "fratelli" neocatecumenali solo insulti, urla, mistificazioni e mormorazioni.

    Noialtri, che abbiamo sempre considerato la liturgia eucaristica come il vertice della preghiera (anziché come baccanale da osteria di campagna), ancora una volta vediamo che "il Papa è daccordo con noi" (più esattamente, il Papa conferma ciò che noi abbiamo appreso dalla Tradizione e dal Magistero).

    Ed ora Kiko cosa farà? Vieterà di consultare il sito web del Vaticano?

    Già, perché un neocatecumenale in buona fede potrebbe commettere il gravissimo crimine di leggere quelle pagine e riflettere su quanta assurda ed abissale differenza ci sia tra il sano amore all'Eucarestia a cui ci guida il Papa, e la chiassata da osteria a cui li guidano il signor Kiko e la signora Carmen.

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  2. UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE
    Il pallio
    La Ferula
    Il Crocifisso al centro dell'altare
    Canto del Vangelo in lingua greca in alcune celebrazioni papali
    La comunione ricevuta sulla lingua e in ginocchio
    Gli spazi di silenzio all'interno della celebrazione
    L'uso della lingua latina
    La bellezza in ogni aspetto del rito liturgico
    I Cardinali Diaconi e l’uso della dalmatica
    Il rito del Resurrexit nella domenica di Pasqua

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  3. - ERRATI PRESUPPOSTI DOTTRINALI 1
    1 - Il peccato: l'uomo non può non commetterlo, come non può compiere il bene né acquistarsi dei meriti;

    — la conversione è possibile soltanto come riconoscimento, da parte di ciascuno, della propria miseria morale, non come decisa volontà di emendarsi che tenda a realizzare la santità;

    — il peccato non può offendere Dio, e l'uomo non contrae il dovere di espiarlo soddisfacendo le esigenze della sua giustizia.

    2 - La Redenzione: Gesù non l'ha operata riscattando l'uomo dalle sue colpe e riconciliandolo con Dio;

    — la passione e morte di Cristo non è stata un vero sacrificio offerto al Padre per riparare il peccato e redimere l'uomo;

    — Gesù ha salvato il mondo in virtù della sua Risurrezione: per godere i frutti della sua opera basta riconoscersi peccatori e credere nella potenza del Cristo risorto.

    3 - La Chiesa non è stata fondata da Cristo come suo unico Ovile: anche seguendo altre religioni è possibile salvarsi;

    — la Chiesa non è una società giuridica e gerarchica, ma spirituale, carismatica;

    — in essa non si dà un sacerdozio derivato dal sacramento dell'Ordine, bastando il Battesimo che, incorporando tutti i fedeli nel Cristo, li rende partecipi della sua dignità sacerdotale.

    4 - La Messa non è un "sacrificio": la Chiesa, all'altare, non offre a Dio alcuna Vittima;

    — in luogo dell'altare, non c'è che la mensa, che nell'Eucaristia consente di celebrare un convito di festa fra fratelli uniti dalla medesima fede nella Risurrezione;

    — il pane e il vino consacrati sono soltanto il simbolo della presenza del Cristo risorto che unisce i commensali comunicando loro il proprio spirito, sì da renderli partecipi del suo trionfo sulla morte;

    — la Messa, così concepita, non è celebrata dal sacerdote, ma dall'Assemblea, da cui "sgorga l'Eucaristia".

    5 - Il culto eucaristico non ha senso, negata la vera, reale e sostanziale presenza di Cristo sotto le specie sacramentali. Non si giustificano quindi atti di fede come: genuflessioni davanti al Tabernacolo, Comunioni frequenti, ore di adorazione, benedizioni, processioni, congressi, ecc.

    6 - La Penitenza si riduce al sacramento del Battesimo: la loro distinzione non risale alla Chiesa primitiva:

    — La Chiesa "gesta e conduce alla conversione". "L'importante non è l'assoluzione" del sacerdote, perché il valore della penitenza è essenzialmente comunitario ed ecclesiale;

    — nei "passaggi" e negli "scrutini" l'accusa delle colpe anche gravi è pubblica, come può esserlo pure durante la "redditio".

    7 - La vita cristiana, come volontario sforzo di autodisciplina, e quindi esercizio e progresso nella virtù, è un'illusione;

    — ciascuno resta intrinsecamente peccatore, incapace di conseguire la vera giustizia come perfezione dell'amore di Dio e del prossimo;

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  4. 2
    — d'altra parte, Gesù non si è presentato a nessuno come "modello" da imitarsi;

    — Egli ha comandato di odiare realmente genitori, fratelli, parenti, ecc., non solo, se necessario, di essere disposti a preferirlo ai medesimi;

    — per seguire Cristo, bisogna vendere i propri beni; ma, una volta compiuta tale rinunzia, è lecito acquistarne altri e godersi tutte le soddisfazioni della vita. La "povertà" - compresa quella di S. Francesco - è ispirata alla " religione naturale", e fu praticata anche dai pagani: non è una virtù cristiana;

    — Gesù, avendo sofferto per noi, ha reso superflue le nostre sofferenze, quindi non giustificabili le austerità degli asceti, il lento martirio dei Santi e la stessa vita religiosa implicante la pratica effettiva dei consigli evangelici;

    — la salvezza eterna è a tutti offerta gratuitamente dalla misericordia di Dio, che perdona tutto. L'inferno non dovrebbe esistere, né si parla di Purgatorio, di suffragi e d'indulgenze per i defunti.

    8 - La storia della vera Chiesa fondata da Cristo si chiude con la Pace costantiniana e riprende il suo corso non prima del secolo XX col Concilio Vaticano II, restando bloccata per la durata di circa 1600 anni...,

    — in questo lungo intervallo, l'esercizio del triplice potere della Chiesa gerarchica (magistero, santificazione, governo) sarebbe stato abusivo, illegittimo...; e specialmente il Concilio di Trento sarebbe responsabile della paralisi della Chiesa, ostinata nel fissare formule di fede, riti liturgici, norme disciplinari...;

    — l'interpretazione della Parola di Dio non è riservata alla Gerarchia, essendo possibile a tutti i fedeli: "la Bibbia s’interpreta da se stessa". Questa libertà di esame nell'esegesi prescinde dal Magistero ecclesiastico, dalla tradizione dei Padri, dalla dottrina dei teologi.

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  5. vorrei richiamare l'attenzione sul punto centrale del testo proposto.
    Kiko insegna che dopo il Concilio "non si è parlato più di dogma della Redenzione"
    ed in effetti anche la predicazione successiva, allontana molto sia dalla Redenzione che dal Redentore: lo vedremo poi nella 'sapiente' trattazione di p. Zoffoli...

    Intanto vi faccio notare che non si parla mai di "peccato originale. Ed in effetti la nuova pastorale (neocatecumenale) delle diocesi (vedi in alto a sinistra il link al thread "la nuova Chiesa che avanza") quando parla degli effetti del Battesimo omette la cancellazione del peccato originale

    1. il peccato non offende Dio

    2. Basta con i sacrifici di espiazione: Dioo non aveva bisogno di espiazione...

    3. Cristo non è modello di santità per nessuno. Quindi la nostra 'configurazione' a Lui (vedi S. Paolo), che è il progetto dell'uomo nuovo in Lui voluto dal Padre, non avviene

    4. e molto altro che vedremo di seguito

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  6. Interessantissimo a questo riguardo è il seguente testo:

    INTRODUZIONE ALLA

    AMANTISSIMI REDEMPTORIS

    LETTERA ENCICLICA DI SUA SANTITÀ
    Il Beato Pio PP. IX

    Reperibile al seguente indirizzo:
    http://www.maranatha.it/catesti/02atext.htm#Una_Messa_INVALIDA

    che dimostra l’eclatante ERESIA del Cammino Neocatecumenale

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  7. Questi signori dovrebbero informarsi e vedere cosa era la SANTA MESSA PER PADRE PIO e come la viveva. Non era la conviviale da osteria a cui l'hanno ridotta. GESÙ È PRESENTE IN CORPO SPIRITO ANIMA E SANTITÀ IN OGNI MESSA.Questo è quello che la vera Chiesa ci insegna da sempre. Rinnegare questo significa mettersi fuori della Chiesa ed è quello che questi signori hanno fatto. Meglio così.

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