rl. Da qualche tempo ho smesso di partecipare al blog, un po' sfiduciato dalla reale possibilita' di uno scambio fruttuoso. Ma le ultime parole del papa mi ridanno speranza, speranza che si possa ricominciare a provare con il dialogo, magari basandolo su altri punti fermi. Le sue parole.
Intanto è difficile che si instauri uno scambio, quando certe ‘disponibilità’ sono sbandierate, ma poi, strada facendo, rientrano nell’alveo di sempre: quello dell’”Apologia del Cammino”. Non è pregiudizio, è esperienza e, soprattutto è conoscenza del Cammino dal di dentro, e quindi della netta demarcazione tra l’esoterico e l’essoterico che esso presenta; il che non ne fa una VIA come le altre se non nelle definizioni di comodo... a prescindere che la VIA è UNA ed è Cristo Signore nella sua Chiesa e non in un “Cammino-VIA di iniziazione cosiddetta cristiana”, che è nella Chiesa, ma non è della Chiesa per le innumerevoli ragioni che abbiamo espresso - che non sono calunnie o pretestuosità come ricorrentemente dite senza peraltro confutarle - ma documentate esperienze.
Del resto, quali modalità di adesione possiamo trovare a questa proposta, ricordando l’inesorabile e apodittica risposta del Sig. Veneranda ad una nostra proposta di un lavoro comune analogo a quello da te ora indicato: “Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo”?
Una risposta del genere, insieme alla reale – non quella prefigurata per “quelli di fuori” – identità del Cammino, ci fa apparire irrealistico ogni tentativo di suo adeguamento alle indicazioni del Papa piuttosto che a quelle del suo iniziatore... Questo, a tutt’oggi, è un fatto sempre ulteriormente confermato. Anche se tu dici “IO VOGLIO obbedire al Papa”… è una dichiarazione di intenti lodevole che poi, sappiamo bene, cozza con le linee guida, le prassi, i contenuti che partono dagli iniziatori e sono veicolati pedissequamente dai catechisti... situazione di fatto che ha costretto centinaia se non migliaia di persone arrivate alla conclusione di un percorso di dubbio, di disagio, di dicotomia rispetto al Magistero cattolico, ad uscire dal Cammino perché l’UNICA alternativa sarebbe stata quella di adeguarsi al Cammino e a tutte le sue strutture logistiche e di pensiero. Finora una proposta come la tua è risultata impraticabile proprio per questo e non per incapacità nostra di essere collaborativi
rl. Benedetto XVI ha chiarito recentemente per l'ennesima volta la sua posizione rispetto alla "questione movimenti". "Dobbiamo sempre nuovamente imparare a custodire e difendere questa unità da rivalità, da contese e gelosie che possono nascere nelle e tra le comunità ecclesiali. ai movimenti e alle comunità sorti dopo il Vaticano II, che anche all'interno della nostra Diocesi sono un dono prezioso di cui dobbiamo sempre ringraziare il Signore, vorrei chiedere a questi movimenti, che ripeto sono un dono, di curare sempre che i loro itinerari formativi conducano i membri a maturare un vero senso di appartenenza alla comunità parrocchiale".
Intanto, proprio partendo da queste parole del Papa, mi viene da dire che purtroppo non esiste alcuna unità da custodire e difendere, perché non c’è MAI stata unità... tutt’al più ci sarebbe una unità da promuovere, da costruire; ma questo, oltre alla comune buona volontà è IMPOSSIBILE se non la crea il Signore attraverso la “communio in sacris” a partire dalla condivisione del Suo Sacrificio. Dov’è mai possibile questo? Dove sono i vostri “itinerari formativi che conducano i membri a maturare un vero senso di appartenenza alla comunità parrocchiale”, quando tutto, da quando entri e man mano che il percorso si delinea attraverso i vari passaggi, ti parla e ti porta alla ‘elettività’ alla ‘esclusione’ di qualunque altra spiritualità considerata inadeguata e comunque inferiore, alla ‘inclusione’ sempre più stretta in un contesto che si apre solo per inglobare e non per interagire?
rl. Io VOGLIO obbedire al papa. Credo che tutti qui lo vogliamo. Dunque aiutiamoci a vicenda, questo blog può essere uno strumento privilegiato per farlo, se sapremo usarlo bene. Prendiamo dunque queste parole come ispirazione e guida per un "nuovo corso" nel blog.
Sul discorso del tuo IO VOGLIO richiamo quanto detto sopra. Per il resto il nuovo corso del blog, cioè una collaborazione, sarebbe possibile solo, alla fine, accettandovi tali e quali siete: dunque il vostro rito e tutto il resto, perchè è evidente che non avete mai accettato una qualsiasi concessione su ciò che è importante per l’entità Cammino, che – dovresti saperlo meglio di me – verrebbe snaturata da qualunque cambiamento conforme ai nostri richiami, che non sono poi nostri, ma del Magistero perenne della Chiesa...
rl. Questa ammonizione è chiara, oltre che perfettamente nel solco di tante precedenti, il discorso del 10 gennaio etc. , nel suo incedere doppiamente su due piani: L'invito inderogabile agli uni a sforzarsi per restare nella comunione ecclesiale e agli altri a riconoscerli come un dono, come UNA delle TANTE vie.
Anche per questo ti rimando a quanto ho già detto sopra.
rl. Citare queste parole per tirare acqua a uno dei due mulini trascurando il resto è assurdo. Cosi come è assurdo dirsi seguaci del papa quando si brandiscono le sue parole (approvative o correttive) solo secondo una cernita arbitraria... Dunque uno è liberissimo di dissentire dalle parole del papa, non essendo in contesto di infallibilità, ma in tal caso dovrebbe smetterla di usare ARBITRARIAMENTE ALTRE sue parole contro l'interlocutore: O benedettiani o no.
Intanto sfatiamo la consistenza di quest’ultima affermazione “O Benedettiani o no”... a parte il fatto che qui non si tratta di Benedettiani, Kikiani, o altro ma di CRISTIANI, non è detto che non si sia seguaci del Papa se non si approva qualcuna delle sue decisioni, proprio per il fatto che, come giustamente sottolinei, non siamo in un contesto di infallibilità
rl. Credo che né il neocatecumeno più esaltato della terra né il più avvelenato odiacatecumeni possa negare questo nel pensiero di Benedetto XVI. Riconoscenza al Signore per il bene fatto alla Chiesa con il cammino da una parte e decisa richiesta di obbedienza negli sforzi di integrazione col restante popolo di Dio dall'altra.
Poiché tu chiaramente non sei un neocatecumeno esaltato né tanto meno io un avvelenato odiacatecumeni, sono d’accordo con te nel vedere nelle parole del papa l’intenzione a comporre, ad accogliere orientando. Sul “bene fatto alla Chiesa”, invece, per esperienza sia diretta che indiretta, sai bene come la penso: altro che “bene”! C’è un “vulnus” serio e grave, purtroppo non riconosciuto e sottovalutato o addirittura approvato...
rl. dunque auspico un nuovo corso a questo blog ovviamente rivolgendomi a entrambe le parti della discussione:
non più strenua difesa da una parte, sventolamento arrogante di approvazioni etc, o accuse pretestuose dall'altra.
Riconosco lo sventolamento, non sempre arrogante, di approvazioni da una parte, ma non riconosco “accuse pretestuose” dall’altra. Come vedi il tuo discorso già qui è viziato da un pregiudizio di fondo...
rl. Non più schedatura di tutti i vescovi di santa romana Chiesa in buoni e cattivi secondo la unica discriminante del loro approccio verso il cammino, per cui ad esempio per gli uni, il vescovo Giapponese è un santo irradiato di discernimento, per il solo fatto che ha cacciato i catecumeni, e Mons. Filoni è un servo di satana, perché non nutre disprezzo per essi; e viceversa, per gli altri santità e malvagità potrebbero invertirsi...
Quanto alla santità o al “servo di satana” sono parole tue, quindi ci fai dire ciò che nessuno di noi ha mai detto e neppure pensato (constato che questa è una VOSTRA ‘forma mentis’, non NOSTRA). Sul vescovo giapponese e la situazione del Giappone ci siamo basati sulle comunicazioni ufficiali della Conferenza Episcopale Giapponese e tratto conclusioni logiche senza tirare in ballo santità o perdizione.
rl. Non più queste acredini gratuite: cerchiamo di collaborare insieme in quello che ci è stato chiesto palesemente. dunque proporrei un questionario per tutti, neocatecumeni e fratelli critici
Io personalmente non ho mai provato alcuna acredine e quanto agli altri posso aver visto delle punte di vigorosa apologetica, ma non acredine verso le persone
rl. 1) Ti fidi di Benedetto XVI? condividi SIA la sua richiesta di integrazione SIA la sua richiesta di accoglienza?
Altro che se mi fido di lui; ma altrettanto non posso dire di Kiko Arguello e dei suoi seguaci nella misura in cui seguono lui anziché il Papa, come ho visto fino ad ora...
rl. 2) concordi sulla necessità di comunione all'interno della Chiesa?
Risposta ovvia, ma quale comunione? Noto una certa inflazione di conio post-conciliare della cosiddetta “chiesa di comunione” che alla fine è solo una facciata perché si riduce alla cementazione della comunità: come si fa ad essere chiesa di comunione se si è già monadi autosufficienti ed autoreferenziali? La Chiesa Corpo Mistico di Cristo misticamente vive e dona la "comunione”, non dice di volersi “sforzare”, provocando in realtà livellamento dei membri della Chiesa, intorno a “quel che unisce”, che non si sa bene cos’è, mentre ”quel che divide” sono i fondamenti della Fede! Come se potesse esistere una “comunione" senza un centro irradiatore sia Via, Vita, luce, guida.
Cristo è questo centro, rappresentato dal Suo Vicario in terra: ma purtroppo, a partire da Giovanni XXIII, esso ha scelto di “mostrare la validità della dottrina più che le condanne”. E anche Papa Benedetto sta “dimezzando” il soccorso dovuto agli erranti, perché limita la sua funzione alla sola “presentazione della verità”, che – da sola – non basta a combattere l’errore e a salvaguardare l’errante. E oltre che insostenibile in linea dottrinale, qualunque interpretazione ottimistica dell’errore, che mai potrà correggersi da se stesso, a me sembra drammaticamente smentita dai fatti passati e presenti e speriamo non futuri, se il Signore ci metterà le Sue mani Sante e Benedette...
rl. 3) Cosa potrebbero concretamente fare i neocatecumeni per incrementare la comunione ecclesiale con gli altri componenti del popolo di Dio?
Smetterla con l’inclusione e aprirsi alla Comunione autentica, quella della Comunione dei Santi realizzata in Cristo con Cristo e per Cristo...
rl. 4) cosa potrebbero concretamente fare gli altri parrocchiani per accogliere i neocatecumeni e partecipare da parte loro alla Comunione ecclesiale con questi "fratellastri"?
Se l’accoglienza non è reciproca senza rischio di fagocitazione, credo possano fare ben poco o nulla
rl. 5) cosa si può fare insieme per camminare verso questa integrazione?
Secondo te chi deve adattarsi... noi che seguiamo la dottrina e la Liturgia della Chiesa o chi viene dall’esterno, è riuscito ad introdursi e vuole rivoluzionare e l’una e l’altra? Comprendete DAVVERO l'importanza di cosa significa UNITA' PARROCCHIALE?
rl. vi ringrazio di vostre risposte e commenti, poi ovviamente risponderò anche io.
sarei davvero grato a mic se desse evidenza a questa mia richiesta con un nuovo thread. fraternamente
rl