Il Prefetto della Congregazione per il Culto divino, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, in un’intervista a Catalunya Cristiana, rilasciata durante una conferenza a Barcellona, ha ammesso che la sua Congregazione sta lavorando a una “riforma della Riforma” liturgica che è seguita al Concilio Vaticano II. “Quello che posso dire – ha dichiarato il cardinale – è che è un periodo molto importante per tutti, si è lavorato intensamente, c’è stata una Plenaria della Congregazione, e si sono stilate delle proposte che il Santo Padre ha approvato e che costituiscono la base del nostro lavoro. Il grande obiettivo è di rivitalizzare lo spirito della liturgia in tutto il mondo”. E ha aggiunto: “Ci sono affari urgenti da sbrigare ogni mattina, in riferimento a eccessi e errori che si stanno commettendo nella liturgia ma soprattutto il tema più urgente e che si sente con urgenza in tutto il mondo, è che il senso della liturgia deve essere ritrovato. Questo non significa semplicemente cambiare rubriche o introdurre nuove cose, ma si tratta semplicemente che la liturgia deve essere vissuta e che deve essere al centro della vita della Chiesa”.
Il porporato ha sottolineato l’esigenza di recuperare “il senso del mistero. Dobbiamo recuperare quello che non avrebbe mai dovuto perdersi. Il più grande male che è stato fatto all’uomo è stato il tentativo di eliminare dalla sua vita la trascendenza e la dimensione del mistero”. Secondo indiscrezioni pubblicate da “Il Giornale” ad agosto, la Plenaria sarebbe in favore di una maggiore sacralità del rito, di un recupero del senso dell’adorazione eucaristica, di un recupero della lingua latina nella celebrazione e del rifacimento delle parti introduttive del messale per porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività. Si sarebbero anche detti favorevoli a ribadire che il modo usuale di ricevere la comunione secondo le norme non è sulla mano, ma in bocca. C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo dovrebbe in futuro rimanere un fatto straordinario. Il «ministro della liturgia» di Papa Ratzinger, Cañizares, starebbe anche facendo studiare la possibilità di recuperare l’orientamento verso Oriente del celebrante almeno al momento della consacrazione eucaristica, come accadeva di prassi prima della riforma, quando sia i fedeli che il prete guardavano verso la Croce e il sacerdote dava dunque le spalle all’assemblea.
------------------Il porporato ha sottolineato l’esigenza di recuperare “il senso del mistero. Dobbiamo recuperare quello che non avrebbe mai dovuto perdersi. Il più grande male che è stato fatto all’uomo è stato il tentativo di eliminare dalla sua vita la trascendenza e la dimensione del mistero”. Secondo indiscrezioni pubblicate da “Il Giornale” ad agosto, la Plenaria sarebbe in favore di una maggiore sacralità del rito, di un recupero del senso dell’adorazione eucaristica, di un recupero della lingua latina nella celebrazione e del rifacimento delle parti introduttive del messale per porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività. Si sarebbero anche detti favorevoli a ribadire che il modo usuale di ricevere la comunione secondo le norme non è sulla mano, ma in bocca. C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo dovrebbe in futuro rimanere un fatto straordinario. Il «ministro della liturgia» di Papa Ratzinger, Cañizares, starebbe anche facendo studiare la possibilità di recuperare l’orientamento verso Oriente del celebrante almeno al momento della consacrazione eucaristica, come accadeva di prassi prima della riforma, quando sia i fedeli che il prete guardavano verso la Croce e il sacerdote dava dunque le spalle all’assemblea.
Recupero della Tradizione non è tornare indietro, ma tornare alle origini, non quelle del falso archeologismo liturgico dei novatores e dei "falsi profeti" improvvisati liturghi e chiuderla con i prefabbricati a tavolino; il che significa ritrovare il Signore e la Sua Presenza e, soprattutto permettergli di inondare i credenti delle Sue Grazie copiose. Finora, non si è fatto altro - e molti ormai se ne stanno rendendo conto - che causare la "breviatio manus Domini" (Is 59,1- "ecco non è troppo corta la mano del Signore da non poter salvare"), che si determina a causa:
. conoscenza imperfetta dei mali
. mancanza di forza morale
. calcolo di prudenza che non pone rimedio ai mali veduti perché stima che così aggraverebbe i mali anziché guarirli.
. conoscenza imperfetta dei mali
. mancanza di forza morale
. calcolo di prudenza che non pone rimedio ai mali veduti perché stima che così aggraverebbe i mali anziché guarirli.
A questo proposito cito a memoria da Romano Amerio (Iota unum): "Di due cose c'è bisogno per custodire la Verità. Primo: rimuovere l'errore dalla sfera dottrinale; il che avviene rifiutando gli argomenti erronei e mostrando che essi non sono convincenti. Secondo: rimuovere la persona in errore, depondendola dalla sua funzione, il che vien fatto con un atto di autorità della Chiesa. Se questo servizio papale non è esercitato, sembrerebbe ingiustificato dire che è stato usato ogni mezzo per custodire la dottrina della Chiesa: siamo in presenza della "breviatio manus Domini".