giovedì 14 marzo 2024

FACCIAMO IL GIOCO DELLA LAVANDA DEI PIEDI

In una pagina UFFICIALE del Cammino Neocatecumenale in Brasile, sottolineiamo “ufficiale”, si parlava della Pasqua 2020 che, a causa del lockdown da coronavirus, ha visto la maggior parte dei fratelli neocatecumenali celebrare il Triduo Pasquale e la Pasqua stessa nelle loro case, moltissimi in totale autosufficienza, senza ricorrere nemmeno alla visione online o in Tv dell’Eucarestia pasquale generosamente trasmessa dalla Chiesa Cattolica o, al più, da presbiteri neocatecumenali secondo le loro modalità.

Quel che è stupefacente è che questi neocatecumenali “ufficiali” dichiarano e mostrano senza timore ciò che hanno fatto nelle loro case, addirittura vantandosene, chiaramente evidenziando che hanno ormai perduto ogni rimasuglio (se mai ce ne fosse stato uno) di legame con la Chiesa Cattolica.

Si legge:

Nel 2020, il Signore ha OFFERTO una PASQUA DIVERSA. Incapaci di riunirsi in comunità a causa della nuova pandemia di coronavirus, i fratelli che compiono il Cammino Neocatecumenale hanno celebrato il Triduo Pasquale nelle loro case. Ogni famiglia ha vissuto la Veglia nell'intimità della Chiesa domestica, celebrando la Parola, cantando i salmi, con i genitori che trasmettono la fede ai propri figli, “facendo la Pasqua” e terminando con il banchetto pasquale.

PASQUA DIVERSA: Già qui ci sembra alquanto libera l’affermazione di “Pasqua diversa” OFFERTA dal Signore (come se esistesse una "Pasqua normale" che non è "offerta" dal Signore...). La Pasqua NON PUÒ ESSERE MAI DIVERSA, casomai sono le circostanze nelle quali viene celebrata che possono cambiare: a causa dell'imposizione governativa dei lockdown, infatti, non si è potuta celebrare nelle Chiese, ma solo facendo "comunione spirituale" e collegandosi attraverso i mezzi telematici. Però  per noi cattolici non era una Pasqua diversa: è sempre la stessa Pasqua che Gesù stesso istituì, e così deve essere, anche se le circostanze te la fanno vivere in modi imprevisti.

INCAPACI DI RIUNIRSI IN COMUNITÀ: non si dice in Chiesa, ma “in comunità”, visto che le loro Pasque vengono celebrate ovunque, anche nei saloni degli alberghi, ma mai insieme ai "cristiani della domenica" (cioè i cattolici): i neocatecumenali si isolano proprio nel giorno eucaristico per eccellenza da tutto il resto della comunità parrocchiale. (È un problema che riemerge ogni anno, quello delle "veglie separate" neocatecumenali, con le solite ripetute - e inascoltate - lamentele da parte di parroci, vescovi e curie)

I NEOCATECUMENALI NEL 2020 HANNO CELEBRATO IL TRIDUO PASQUALE NELLE LORO CASE: purtroppo, non solo loro, ma tutta la comunità cristiana l’ha dovuto fare, sicuramente però quest’ultima UNITA alla Chiesa attraverso la comunione spirituale e non autosufficientemente improvvisando come ministro sacerdotale il capo-famiglia.

Poi c’è il culmine: 

«OGNI FAMIGLIA HA VISSUTO LA VEGLIA NELL'INTIMITÀ DELLA CHIESA DOMESTICA, CELEBRANDO LA PAROLA, CANTANDO I SALMI, CON I GENITORI CHE TRASMETTONO LA FEDE AI PROPRI FIGLI, “FACENDO LA PASQUA” E TERMINANDO CON IL BANCHETTO PASQUALE.»

Ci chiediamo in tutto questo dove stia la Chiesa e la necessaria figura ministeriale, mai nemmeno rammentate una sola volta. 

Anche le azioni descritte, benché si riferiscano all'aver "VISSUTO LA VEGLIA", non fanno alcun cenno al Santissimo Sacramento: "celebrando la Parola", "cantando salmi", "terminando col banchetto pasquale" (che non può mai mancare...).
Questa sarebbe la Veglia Pasquale Neocatecumenale nella chiesa domestica neocatecumenale.

La frase finale è tutta un programma:

Molte famiglie hanno inviato foto, video e lettere al Centro Neocatecumenale di Brasilia in cui hanno condiviso l'esperienza della Pasqua celebrata a casa, tutte benedicendo Dio per questo evento che sarà una pietra miliare nella storia di ogni famiglia e del Cammino Neocatecumenale.

I neocatecumenali erano contenti, benedicevano Dio per l’”esperienza della Pasqua celebrata a casa”, per questo, come nei più squallidi social mondani, hanno inviato le loro foto ed i loro video per immortalare questo evento che “SARÀ UNA PIETRA MILIARE” nella storia delle famiglie neocatecumenali.
Pietra miliare di cosa? Dell'imposizione governativa dei lockdown?

Queste parole “UFFICIALI” dei neocatecumenali brasiliani hanno già odore di autosufficienza, quindi di scisma, cioè di nessun legame con la Chiesa Cattolica.

Siccome sono così contenti di mostrare le loro foto, li accontenteremo, anche se vedremo delle aberrazioni.

Ci limiteremo alla “celebrazione” della Lavanda dei piedi, che già sappiamo essere una rivisitazione-spettacolo anche quando viene effettuate nelle salette neocatecumenali.

In casa ancora di più.

Non vorremmo ribadire come la Chiesa Cattolica intende e vive la celebrazione in coena domini del giovedì Santo e che significato ha la lavanda dei piedi fatta dal SACERDOTE, lo sappiamo già tutti.

Nemmeno vorremmo dilungarci nell’esposizione della lavanda dei piedi neocatecumenale, fatta con spirito di letteralismo biblico, “tra fratelli” nelle salette, massimamente senza la presenza di un sacerdote, le cui veci vengono fatte dal responsabile LAICO della comunità. (Nella Chiesa Cattolica la lavanda dei piedi avviene in un contesto liturgico preciso e non richiede che sia fatta a "tutti").

Mi chiedo perché non prendano letteralisticamente anche le parole evangeliche: “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala, se il tuo piede ti scandalizza, taglialo, se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo via da te…”. Forse perché tutti rimarrebbero menomati?

Quel che ci turba è vedere che “nelle loro case”, fanno giocare alla “lavanda dei piedi" anche i bambini, che non possono avere contezza del grande mistero contenuto nelle celebrazioni del Triduo e della Pasqua, troppo piccoli per comprendere.

Adesso i bambini, non più al chiuso delle salette, ma delle case private, da ascoltatori sono diventati attori di una sceneggiata che di puntata in puntata diviene sempre più spettacolo e meno celebrazione, fino al punto da assomigliare a una fiction televisiva.

Quando ero nel Movimento Neocatecumenale, essendomi totalmente bevuta il cervello e la ragione nell’assunto di essere in presenza di una chiesa “viva”, ero tra i più osservanti, cioè tra i più cretini, perché i furbi sono quelli che parlano bene ma non praticano altrettanto, si tutelano.

Ultimamente, dopo anni che ormai ho lasciato l’esperienza, ho subito un notevole contraccolpo quando mio figlio maggiore, ancora nel Movimento, mi ha confessato con naturalezza che fino all’età dell’adolescenza credeva che il Movimento Neocatecumenale al quale appartenevamo fosse “una delle tante chiese”, come i protestanti, gli evangelici, i calvinisti, i cristiani, i neocatecumenali…

Che danno!

Ma purtroppo è la nuda e cruda realtà.

Trasmettevamo il Movimento Neocatecumenale, non la Chiesa Cattolica.

giovedì 7 marzo 2024

UN PAIO DI ESEMPI RIGUARDO ALLA CRISI FINANZIARIA NEOCATECUMENALE

Per sgombrare subito il campo da ostili fraintendimenti, precisiamo che il presente articolo non si fonda sul sottile senso di godimento che molti neocatecumenali ci attribuiscono quando andiamo a focalizzare aspetti che preferirebbero rimanessero nascosti.

Se si parla di "crisi finanziaria", problematica che ad oggi affligge non solo molti singoli, ma interi stati e territori, è solamente perché vorremmo evidenziare come un sistema che si regge primariamente sul denaro sia destinato ad accusare duri colpi quando il denaro inizia a scarseggiare. E ci pare proprio il caso del Movimento Neocatecumenale che nel corso di sessant'anni di vita ha estratto dalle tasche dei "fratelli delle comunità" una quantità inimmaginabile di soldi (di cui le "Decime" sono solo un aspetto), soldi sui quali non viene mai fatta alcuna rendicontazione, mai trasparenza.

Che nel Movimento Neocatecumenale sia d’uso batter cassa in continuazione è noto a tutti fin dalla "convivenza" che avviene al termine delle "catechesi iniziali". Ma sappiamo anche che quando gli interessi sono alti, il modo di sopperire alle necessità interne l’hanno sempre trovato indipendentemente ed oltre gli introiti derivanti dai camminanti.

Qualche anno fa i capicosca della cricca neocatecumenale aveva speso parecchi milioni di euro per acquistare un appezzamento di poco più di mezzo ettaro sul monte degli Ulivi, con la prospettiva di costruire la seconda Domus kikolatrica in Israele che costerà chissà quante altre decine di milioni, oltre a tutte le spese annuali fisse per le "convivenze" dei cosiddetti "itineranti", dei seminaristi, dell’implantatio di qualche nuovo seminario Redemptoris Mater multimilionario, convivenze spesate per vescovi…

Eppure qualche anno fa la pandemia del 2020 deve aver prosciugato parecchio le casse, perché ci giunsero notizie che alcuni seminari Redemkikos Mater navigavano in acque piuttosto incerte. Per esempio, il Redemptoris Mater di Belem, Brasile, deve sloggiare dall’edificio che occupava solo da 6 anni: i kikos brasiliani implorarono donazioni a tambur battente.

Il vecchio Redemkikos Mater a Belém

Il fatto è che questo seminario dovette lasciare l'edificio (messo in vendita) e -che strano!- non avevano i soldi per acquistarlo. Da un video sulla loro pagina Facebook risulta che a fine 2021 trasferirono il seminario "IN UNA PARROCCHIA".

In una parrocchia?

Seminaristi nel 2020

Invece si incaponirono su quel seminario, tra l’altro neocatechumenal style ma, evidentemente, ”transitorio”.



Per essere provvisorio,
niente male...






In facebook si leggeva:

“Il nostro seminario non ha un reddito fisso e non riceve aiuto da nessuna istituzione. Viviamo di donazioni e generosità delle persone.”

Eppure, quando elencano gli enti su cui versare le contribuzioni, parlano di “nostri account”, ne hanno ben 4: Sem. Redemptoris Mater de Belém, BANCO DO BRASIL, BANCO ITAÚ, BANCO PAGSEGURO 290 (PagBank).

Per essere un organismo che vive di donazioni, finanziariamente sono molto ben organizzati. Anzi, ci chiediamo proprio come mai a loro non basti un solo conto corrente.

Di certo si rendono conto di star chiedendo molto, in un tempo difficile per tutti com’è questo:

“Cari amici, stiamo vivendo un periodo di crisi finanziaria che è già visibile in molte case.”

Siamo nel 2024 e ancora organizzano cenette di beneficenza e riffe, sempre senza soldi. Intanto ci chiediamo come mai, se la struttura non era stabile, ed il seminario era stato eretto solo pochi anni prima, abbiano speso così tanti soldi per adeguarlo alle architetture kikiane, per poi buttare tutto all’aria a fine 2021 per traslocare. Soldi buttati.

Forse non credevano di dover sloggiare così presto?

Da notare che il primo presbitero neocatecumenale di quel seminario fu ordinato solo ad agosto del 2017, quindi non può nemmeno vantare radici storiche.

Nell’articolo che parla dell’ordinazione di questo presbitero cinquantenne, si attribuisce al vescovo di Belém, mons. Alberto Taveira Corrêa, la dichiarazione fatta addirittura nell’omelia, che sarebbe stato proprio Papa Francesco a chiedergli di aprire un seminario missionario in Amazzonia.

Da come vediamo parlare ed agire Papa Francesco ci risulta difficile crederlo, ma forse voleva riferirsi ad altro tipo di seminario missionario. Non ne esistono solo di neocatecumenali.

Per dichiarazione esplicita, nel 2013, quel seminario ospitava solo 13 seminaristi.

Fatto sta che oggi son tempi di magra e il fiume di soldi neocatecumenali è sempre più striminzito, son finiti da tempo gli sciali e gli sfarzi dei neocatecumenali.

Nel frattempo, in quegli stessi anni, doveva correre ai ripari anche il Redemkikos Mater di Rio de Janeiro, con un video youtube altamente specializzato in raccolta fondi.

Spiegazione delle carte di credito e di debito:
è la "riscoperta del battesimo", fratelli!

E che dire di quando chiesero soldi per restaurare la chiesa di San Michel a Beirut, in Libano?

Estremi per le donazioni
da facebook

Pochi anni fa la situazione non era questa, al punto che per finire di costruire il seminario Redemkikos Mater di Beirut, nel 2018 ancora servivano 2 milioni e mezzo di euro, dato che l’intenzione era di ricostruirlo ex novo da un edifico enorme irrimediabilmente danneggiato dalla guerra e rimasto solo uno scheletro di macerie.

Inizio lavori di ristrutturazione



Ruderi da ristrutturare per il nuovo
Redemkikos Mater a Beirut

Non pare che il progetto, ad oggi, sia stato portato a termine, ma solo pochi anni fa si presumeva che i soldi ci fossero: si parlava di diversi milioni di euro solo perché, come diceva padre Guillaume Bruté de Rémur, rettore del Redemptoris Mater libanese, non volevano restare dov’erano già, cioè in una zona più confortevole e straborghese vicino al Patriarcato e alla Nunziatura. Attualmente pare ci sia meno di una decina seminaristi (come visibile dalle immagini facebook).

Nel 2018 padre Guillaume rivelava che il seminario si era già trasferito, anche se non ultimato:

“A Beirut, noi stavamo nella zona straborghese e cristiana di Ashrafieh. La domanda è stata: rimanere in quel posto confortevole e sicuro, vicino al mare e a due passi dal Patriarcato e dalla Nunziatura, oppure fare questa pazzia di prendere due vecchi palazzi distrutti dalla guerra, su un cimitero profanato dagli islamici, per ristrutturarli e metterci qui? SIAMO VENUTI QUI. A fare da ponte fra musulmani e cristiani. A proporci come un punto chirurgico, di quelli che cuciono una ferita mai chiusa... Il seminario è in costruzione, bisogna trovare ancora due milioni e mezzo di euro, ma i lavori procedono bene."

Mirabile intento (sarà davvero stata una loro eroica scelta anziché essere obbligati dalle circostanze?), ma come tutti gli intenti neocatecumenali... ha sempre bisogno di fiumi di soldi. "Armiamoci e pagate!"

La Chiesa di St. Michel El Nahr
devastata da un'esplosione

Forse davvero il "fiume carsico" di soldi neocatecumenali è in serio rinsecchimento.

A questo punto, però, ci viene in mente che non sia solo quello prodotto dalle impoverite famiglie neocatecumenali con le loro decime, bottini e collette straordinarie, ma forse anche quello proveniente da benefattori vari. Che i "benefattori" del Cammino abbiano smesso di essere di manica larga?

Spendere milioni di euro all’anno per costruire seminari, chiese kiko style, convivenze internazionali ed acquisti milionari di terreni in Terra Santa, dimostra che il giro di soldi annualmente si aggirava intorno alle decine di decine di milioni di euro.

Adesso invece, da più parti, stanno tutti chiedendo aiuti, siamo letteralmente al "ci paghi chi può": i Redemkikos Mater non hanno potuto fare le loro annuali cene di gala per precettare benefattori ed incamerare introiti, ogni iniziativa di autosostentamento è divenuta impossibile e queste strutture in qualche modo devono campare…

giovedì 29 febbraio 2024

L'arcidiocesi di Madrid ci chiede testimonianze sulla Hernández

Riceviamo dalla delegazione episcopale delle cause dei santi dell'arcidiocesi di Madrid una richiesta di testimonianze sulla cofondatrice del Cammino:

«In questa prima fase del processo, la legislazione richiede che vengano raccolte tutte le prove, e soprattutto tutte le testimonianze, che possano essere sia favorevoli che contrarie alla causa. È nostro dovere, in qualità di Tribunale Delegato nel suddetto processo, cercare un numero adeguato di testimoni che possano contribuire a chiarire con certezza morale ciò che riguarda la vita, le virtù e la fama di Carmen Hernández Barrera.»

Ci chiedono la possibilità di contattare testimoni che vadano a Madrid ad essere interrogati sotto giuramento e sotto segreto (come prassi in questi casi) relativamente alla vita, alla virtù e alla fama della Carmen, in base a ciò che i testimoni «hanno vissuto in prima persona o hanno visto direttamente», «e non sul Cammino Neocatecumenale».

Chi volesse proporsi disponibile ad andare a Madrid per testimoniare, può scrivere all'indirizzo email causasdelossantos@archidiocesis.madrid

Ricordiamo brevemente ai nostri lettori alcuni punti fermi:

  • la vita della Carmen è inscindibile dal Cammino:
    • ciò che hanno detto e fatto Carmen e Kiko fuori del Cammino, risale a prima del 1964
    • il Cammino è fondato su ciò che Carmen e Kiko hanno sempre insegnato e comandato
    • nel Cammino si celebrano liturgia e sacramenti nella bislacca maniera in cui Carmen e Kiko hanno sempre voluto che si celebrassero
    • nel Cammino non si è mai fatto nulla senza che Carmen e Kiko lo richiedessero e approvassero
    • nel Cammino nessuno ha mai osato ignorare - men che meno criticare o correggere - ciò che Carmen e Kiko hanno detto o fatto
    • gli errori rilevabili nel Cammino sono gli errori propalati da Carmen e Kiko
  • nel Cammino si è sempre creduto che la Carmen e Kiko fossero "ispirati dallo Spirito", qualsiasi cosa dicessero o facessero, anche di molto discutibile
    • nonostante la discutibile trovata pubblicitaria dei Diari, è irragionevole credere che esista qualcosa di personale di Carmen e Kiko (tranne gli "scheletri nell'armadio") che non abbia subito trovato pubblici applausi dai fratelli del Cammino
    • al di fuori del Cammino, nessuno ha mai considerato "ispirati" Carmen e Kiko, tant'è che c'è stato bisogno di inventare movimenti cripto-neocatecumenali
  • la vita della Carmen è di fatto inscindibile da quella di Kiko:
    • i due spagnoli sono stati alleati per tutta una vita in quanto capi del Cammino
    • il Cammino, loro invenzione, non ha mai rappresentato il loro ideale di vita (infatti non sono mai stati "scrutinati", non hanno mai versato "Decime", non hanno mai dovuto fare "matrimonio spirituale con la comunità", ecc.)
    • Carmen stessa si è vantata di aver gestito Kiko senza condividerne tutte le posizioni («gli ho servito il Concilio su un piatto d'argento», «non voglio morire kika», «propaganda kikiana»...)
    • non basta sciorinare espressioni altisonanti su "amorediddìo" "seigiàperdonato" "siamopeccatori" per essere qualificabili come cattolici, men che meno come santi
  • la vita della Carmen, tolto il Cammino, è poco più dell'essere un'accanita fumatrice che ha vissuto di rendita, nell'arroganza, in lussi e sfarzi, nell'essere idolatrata da un intero popolo di neocatecumenali (al punto di divertirsi a calpestarne la vita e la spiritualità, specialmente ai sacerdoti)
    • le interazioni della Carmen con soggetti non strettamente legati al Cammino sono rarissime e... sono funzionali al Cammino.

Detto questo, cosa possiamo pensare dell'invito dell'arcidiocesi di Madrid?

Il processo è ancora nella fase diocesana - la Carmen non è ancora neppure "venerabile", ed è classificata "serva di Dio" solo per l'arcidiocesi di Madrid -, per cui si sta facendo tutto ancora a Madrid, in Spagna.
Cioè il maggior ostacolo è il fatto che per dare una testimonianza occorra andare fino a Madrid e sperare che l'interrogatorio avvenga in lingua italiana senza bisogno di interpreti.

Le testimonianze devono riguardare non il Cammino ma la persona della Carmen:

  • non sono interessati a sapere come i membri del Cammino consideravano Carmen
  • non sono interessati (o vogliono sorvolare) su ciò che si fa nel Cammino
  • ma è di interesse sapere ciò che Carmen ha fatto e detto, anche se lo ha fatto e detto ai membri del Cammino
  • gli argomenti devono riguardare le virtù cristiane (fede, speranza e carità) e ciò che ci si aspetterebbe di trovare (o di non trovare mai) in una figura di santità.

Le testimonianze devono essere il più possibile circostanziate (non per niente si chiama "processo"). Per esempio:

  • non va bene: "Carmen spesso diceva che..."
  • va bene invece precisare e spiegare: "nel discorso di giugno 2002 Carmen disse che il Pontificio Consiglio avrebbe avuto «un futuro immenso» se avesse appoggiato il Cammino, nonostante Carmen non avesse potere - in quanto laica - di decidere del futuro dei dicasteri vaticani"
  • va molto meglio invece: "nel giorno X, presso Y, Carmen mi disse/fece Z"; "nel giorno X Carmen disse queste parole"; "nella convivenza X Carmen mi fece questo"...

Come in tutti i processi del genere, lo scopo è di stabilire con ragionevole certezza se è il caso di passare alla fase successiva ("venerabile") oppure no. Dunque i sentito dire valgono nulla, le impressioni personali dei testimoni (favorevoli e contrari) valgono poco o nulla, le cose già documentate su internet valgono di più se le si è viste/udite di persona, mentre i fatti oggettivamente testimoniabili e documentabili valgono molto.

Non sappiamo fino a che punto questo iter di "beatificazione" possa essere oliabile alla maniera neocatecumenale (cioè con soldi, minacce, promesse di carriera, vendettine trasversali, e altri strumenti tipici del Cammino).
Chi è in grado di dire la sua, faccia le proprie valutazioni, e decida come agire. Nel dubbio, si può contattare la diocesi di Madrid a quell'indirizzo anticipando sommariamente i punti fondamentali di ciò che si andrebbe a testimoniare. Non è necessario menzionare questo blog (forse non è neppure conveniente, perché ciò che conta è il contenuto della testimonianza, non la provenienza).

Non abbiamo idea di quanto sia stato già testimoniato da cattolici spagnoli e italiani.
Non abbiamo idea di quanto il processo in corso sia oggettivo (ma procrastinato solo per non provocare immediate vendette neocatecumenali) o una farsa (che se pure andasse in porto, riguarderà solo il titolo di "venerabile").

Tranne che ai madrelingua di spagnolo, invitiamo ad evitare di esprimersi in modi che possano dar luogo a equivoci. Ricordiamo anche di evitare espressioni che possano sembrare polemiche: qualunque sia l'orientamento di quella delegazione dell'arcidiocesi di Madrid, conviene testimoniare i fatti.

Gli autonominati "iniziatori"
danno il (pessimo) esempio
di "comunione seduti",
infischiandosene delle norme liturgiche
e dello stesso Statuto del Cammino


Ricordiamo alcuni articoli sulla falsa santa Carmen Hernández Barrera, cosiddetta "santadecategoriasuperiore":

giovedì 22 febbraio 2024

L'anomalia della Fondazione neocatecumenale

Il mancato adeguamento dello Statuto del Cammino

Stiamo ancora aspettando che lo Statuto del Cammino (approvato nel 2008 dall'allora Pontificio Consiglio per i Laici) venga modificato e regolarizzato secondo le normative previste nel Decreto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita del 3 giugno 2021.

"interpretazioni" neocatecumenali:
il professore neocat censura il Papa
L'art. 35 dello Statuto 2008, infatti, al § 3 prevede che l'Équipe Responsabile internazionale (una volta eletto il successore di Kiko) duri in carica 7 anni (e non 5 come richiesto dal Decreto del 2021) e possa essere rieletta più volte (e non una sola volta, come da Decreto).

Altre realtà ecclesiali ci hanno già pensato a modificare il loro Statuto ma, come sempre, il Cammino Neocatecumenale ancora no.

Capisco però che nel caso dello Statuto del Cammino Neocatecumenale, che è una Fondazione anomala e non un'associazione, l'adeguamento comporti dei problemi sul punto dell'organo adibito all'elezione dei futuri leader (il primo mandato della signorina Romero, che non fu nemmeno eletta ma scelta, sarebbe scaduto nel 2023 e pare sia stato rinnovato "tacitamente", il prossimo scade nel 2028).

Gli organi delle Fondazioni sono: Presidente, Consiglio di Amministrazione, Assemblea, Organo di Controllo.
Nello Statuto 2008 però non è previsto alcun organo, se non l'Équipe Responsabile internazionale e un non meglio specificato "Collegio elettivo" scelto dalla stessa équipe che sceglie sempre tutto, nominato "a vita".

Inoltre il Decreto del 2021 prevede che "Tutti i membri "pleno iure" abbiano voce attiva, diretta o indiretta, nella costituzione delle istanze che eleggono l’organo centrale di governo a livello internazionale" (art. 3).
Tutti i membri pleno iure (con pieni diritti).
Chiaramente questo è possibile applicarlo alle associazioni, dove si sa chi sono i membri. Nelle Fondazioni però non esistono membri, essendo costituite da un fondatore per destinare un patrimonio ad un determinato scopo. Quindi, chi sarebbero "tutti i membri pleno iure"?
Non tutti, infatti, solo il Collegio elettivo.

La confusione ingenerata dalla testardaggine dei capi neocatecumenali che, non volendo costituirsi in associazione, alla fine si sono comunque dovuti costituire in Fondazione (sebbene dubbia), adesso fa sì che gli adeguamenti siano problematici. Hanno fatto un miscuglio tra le norme delle associazioni e quelle delle fondazioni.

È vero che il Decreto 2021 prevede all'art. 7 che l'art. 3 (tutti i membri pleno iure) non si applichi a "gli altri enti non riconosciuti né eretti come associazioni internazionali di fedeli", a cui è stata concessa personalità giuridica e che sono soggetti alla vigilanza diretta del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (quindi al Cammino Neocatecumenale che non è eretto come associazione, ma ha personalità giuridica ed è soggetto alla vigilanza del Dicastero).
Rimane però da capire se il Collegio elettivo (che non è un organo delle Fondazioni), possa assolvere ancora al compito assegnatogli nello Statuto 2008, perché nelle Fondazioni normalmente gli organi di governo non si eleggono ma vengono nominati da un organo specifico.

Troveranno la soluzione anche stavolta, senza Ryłko?



Cosa intendiamo per "Fondazione anomala"

Il diritto canonico rimanda al diritto civile per le regole generali e, sebbene non esista una definizione codiciale per le fondazioni in nessuno dei due, alcuni punti sono fermi. La definizione unanimemente accettata è che le fondazioni sono "enti in cui un soggetto o più soggetti fondatori [nel nostro caso Kiko e Carmen] destina/destinano il PROPRIO patrimonio al perseguimento di uno scopo".

Nelle fondazioni l'elemento preponderante è il PATRIMONIO (inteso come valore economico), a differenza delle associazioni dove l'elemento preponderante sono le persone.
Naturalmente il patrimonio deve essere PROPRIO, perché non si può disporre del patrimonio altrui.

Come si arguisce, ai fondatori della FONDAZIONE CAMMINO NEOCATECUMENALE è stato concesso di costituire la loro Fondazione disponendo di un PATRIMONIO che non assolve a nessuno dei due requisiti richiesti per le fondazioni:

  1. non è un patrimonio dal valore economico (infatti lo definiscono "soli beni spirituali")
  2. non è loro proprio, perché il patrimonio spirituale della Chiesa Cattolica è della Chiesa Cattolica e non di due persone spagnole che ne possano disporre come a loro piace e conviene.
A posteriori, nei commenti allo Statuto 2008, alcuni legulei neocatecumenali (compreso mons. Arrieta, all'epoca e tuttora Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi) hanno maldestramente tentato di spiegare questa anomalia.
Intanto è singolare che abbiano cominciato a farlo ben quattro anni dopo, nel 2008, e non quando fu eretta la FONDAZIONE CAMMINO NEOCATECUMENALE nel 2004.
Allora tutti tacquero, invece che esultare.

Nel 2008 ci fu un labile richiamo all'"analogia", interpretando le norme del Codice di Diritto Canonico in maniera eccessivamente estensiva ed indubbiamente contro ogni logica e normativa giuridica attinente alle fondazioni, dette anche "pie volontà" o "pie fondazioni" dal diritto canonico.

Nemmeno mons. Arrieta fece mai riferimento né alla richiesta né all'ottenimento di una risposta da parte dell'allora Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, SOLO al quale spettava la funzione di interpretazione delle leggi della Chiesa.
Non è che un solo uomo, anche se Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, possa validamente e autorevolmente interpretare da sé stesso le norme del Diritto Canonico: c'è una procedura da seguire, naturalmente.
Come si sarebbe dovuto procedere?

In primis il Pontificio Conciglio per i Laici avrebbe dovuto sottoporre un dubbio interpretativo al Dicastero per i Testi Legislativi, perché trattandosi di introdurre una nuova tipologia di Fondazione (quella di "soli beni spirituali" e senza l'elemento essenziale della patrimonialità economica), la questione necessitava di una "interpretazione autentica" (che ha forza di legge e deve essere promulgata) e non di un semplice "chiarimento" (che comunque avrebbe dovuto sfociare in una Dichiarazione o in una Nota esplicativa).

In secondo luogo, il Dicastero per i Testi Legislativi avrebbe dovuto rendere nota la sua risposta ai dubbi in forma scritta e pubblica. Questo perché se si introduce una nuova tipologia giuridica (e va fatto con legge o atto avente forza di legge), tutti ne possono beneficiare e non solo il Cammino Neocatecumenale, che potrà essere il primo, ma non l'unico.
E ciò deve essere noto a tutti, per chi volesse avvalersene.

Ma dicevamo che Mons. Arrieta, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi, non ha mai prodotto la prova che sia stata seguita questa procedura - cosa che, se fosse accaduta, avrebbe fugato ogni dubbio sulla legittimità di un'interpretazione talmente estensiva da risultare contraria ad ogni certezza relativa alle fondazioni (anche canoniche).
Inoltre, sul sito del Dicastero per i Testi Legislativi non figura alcuna interpretazione autentica, né alcuna nota esplicativa, né alcuna dichiarazione relativa alle fondazioni.

Anzi, proprio nel 2004, una Nota Esplicativa a proposito dei beni ecclesiastici delle associazioni e delle fondazioni con personalità giuridica pubblica "DICHIARA tali beni sottomessi alla potestà dell’autorità ecclesiastica competente, fermo restando che la PROPRIETÀ appartiene alle singole persone giuridiche."
(i neocatecumenali sono forse PROPRIETARI dei famosi "beni spirituali" menzionati nello Statuto 2008?)

Quale persona, se disponesse di un documento che legittima questa interpretazione analogica, non lo rammenterebbe nemmeno?

Penso che la risposta più logica è che non si dispone di un documento ufficiale.
Allora le parole di mons. Arrieta sono solo opinioni personali, senza alcun valore d'autorità.

Ci mostrino il documento ufficiale del Dicastero per i Testi Legislativi che autorizza ad interpretare analogicamente ed estensivamente il § 3 del can. 115 sulla presunta possibilità che i beni di una fondazione possano essere anche soltanto di natura spirituale e non materiale (o temporale), perché nel sito del Dicastero per i Testi Legislativi non lo troviamo.
Altrimenti siamo costretti a chiederci: com'è stato legittimato il ricorso all'analogia nel caso di specie? 



Una "anomalia" sostanziale

La questione esposta sull’«anomalia» della FONDAZIONE CAMMINO NEOCATECUMENALE non è di lana caprina, ma ha un valore giuridico sostanziale.

Ma ce l'immaginiamo se qualcuno non legittimato né dal diritto civile né da quello canonico, si mettesse a bypassare le normative e l'unanimità interpretativa di esse, per poi porre validamente atti giuridici di conseguenza?
Sarebbe il caos.

Ecco dunque spiegata la necessità che venga seguita la corretta procedura (e dimostrata corretta), anche perché l'introduzione di una nuova figura giuridica ("fondazione di soli beni spirituali e senza patrimonio proprio"), in ogni caso deve essere operata da una legge o da un atto avente forza di legge, perché si tratta di un istituto totalmente nuovo e in contraddizione con le normative che disciplinano la materia (anche in ambito canonico).

Ogni singolo articolo informativo dell'epoca non sfiorava minimamente la questione giuridica, qualcuno al massimo dando per scontato che frugando nelle norme si potesse liberamente fare uso dell'analogia.

[Link] (PDF) al discorso di mons.Arrieta in costanza dell'approvazione dello Statuto 2008 (a posteriori di 4 anni, ovviamente). Dovesse "sparire", ce l'ho salvato.

I neocatecumenali, gli inventori della terza categoria di persone giuridiche canoniche: Associazioni, Fondazioni e… "METODI"!"

Marco

giovedì 15 febbraio 2024

GLOSSARIO DEL GERGO NEOCATECUMENALE

"Hanno abolito il latino per far posto al greco e ancor più all'ebraico", come diceva argutamente qualche sacerdote un po' preconciliare. Nel Cammino non si fa eccezione, anzi, credono di dare enfasi e importanza alle cose usando paroloni altisonanti, per lo più in ebraico.
Ne elenchiamo e spieghiamo i più gettonati qui sotto, spiegando anche alcuni termini che in italiano significano una cosa e nel Cammino ne significano una completamente diversa.

AGAPE: rinfresco, banchetto fraterno, solitamente ha luogo dopo celebrazioni più importanti. La spiritualità neocatecumenalizia è ossessionata dall'idea di mangiare in abbondanza, pasti luculliani in cui ingozzarsi fino a star male. (Inutile precisare che ciò fa gran presa sul popolino bue che ha come principale orizzonte di vita quello del farsi il più spesso possibile Una Grande Mangiata).

ALLEANZA: celebrazione in cui ogni “fratello” proclama di fare alleanza col Signore su una parola specifica che viene celebrata. Alla fine, prima della benedizione (se c’è il prete, altrimenti il diacono, altrimenti il responsabile), ognuno si alza e dichiara a voce alta di voler “fare alleanza perché…”. Tale celebrazione si conclude con una cena (eh già: La Grande Mangiata) che deve essere "obbligatoriamente" sontuosa e super elegante, denominata appunto "cena dell'Alleanza".

BERAKHAH: significa benedizione, ringraziamento, esultanza per gli ebrei. È lo stato di chi ha ottenuto benefici da parte del Signore. “Questa beraka…”. Di solito lo dicono i cosiddetti "catechisti", mentre i cosiddetti "catecumeni" semplici lo usano poco.

BOTTINO: insieme dei valori in beni o denaro, che viene raccolto in seguito alla “rinuncia ai beni” nel rito del II° passaggio. Sebbene "volontaria", dipende fortemente da un ricatto morale (se non "molli il malloppo" significa che non ti sei convertito).

Bottino del II° passaggio…

CARISMA: ogni ruolo e incarico all’interno della comunità viene chiamato carisma: cantore, ostiario, catechista… Nella Chiesa Cattolica il carisma è un dono di Dio, non il frutto di organizzazione umana.

CATECUMENATO: nella Chiesa Cattolica indica il percorso (debitamente personalizzato caso per caso) che un adulto non battezzato fa per prepararsi a ricevere il sacramento del battesimo (i bambini, infatti, per essere battezzati non hanno bisogno di catecumenato, in quanto saranno genitori e padrini e madrine a trasmettere loro la retta fede). Invece nel Cammino "catecumenato" è il termine con cui viene indicato il Cammino vero e proprio, insieme agli altri pomposi sinonimi "riscoperta del battesimo", "itinerario di iniziazione", eccetera. A rigor di logica, chiamare "catecùmeno" un battezzato (o anche "neo-catecumeno", cioè "catecumeno" in formato nuovo), significa ridicolizzare e ignorare il battesimo che ha già ricevuto. Nei primi anni '80 Giovanni Paolo II acconsentì a che il movimento neocatecumenale parlasse genericamente di "neo-catecumenato", intendendo però non le tremende boiate inventate da Kiko e Carmen ma un generico percorso di approfondimento della fede cattolica e della liturgia cattolica. I membri del Cammino sono praticamente tutti già battezzati, pertanto vanno definiti "neocatecumenali" o "fratelli del Cammino", ma è sbagliato chiamarli "catecumeni" o "neocatecumeni", salvo che si stia ironizzando sul loro gergo da setta.

CHIESA DOMESTICA: la parodia di chiesa, addobbata per le occasioni con un tavolo/mensa provvisto di tutti gli orpelli designed by Kiko, in cui si svolgono celebrazioni familiari (tipo le Lodi a Kiko della domenica mattina). Anche in occasione di celebrazioni solenni della Chiesa Universale, da molti è utilizzata tale "chiesa-domestica" laica, senza sacerdote, per le cosiddette “messe del catecumeno”, senza sacramento, solo "parola".

"Veglia Pasquale 2020 in famiglia"
Dichiarato molto orgogliosamente su facebook.
Chissà quanto hanno speso di gadget nei kiko-shop

CHUPPÀH
: telo o tallit ebraico sotto il quale, ad un certo punto della messa nuziale, si coprono gli sposi. Per l’ebraismo simboleggia la casa che gli sposi costruiranno insieme. Per il cristianesimo non simboleggia nulla.
Non tutti lo utilizzano, ma molti. I più talebani, di solito. Molto scenografico.

Sposi ebrei o neocatecumenali?
Neocatecumenali!

CONVIVENZA
: una specie di ritiro spirituale di uno o più giorni. Avviene in alberghi, possibilmente lontani e non proprio economici, e deve contenere qualche Grande Mangiata, anche per giustificare l'insistenza con cui i cosiddetti "catechisti" esigeranno di farvi mollare il malloppo. Se fosse un vero ritiro spirituale, si terrebbe in una casa di spiritualità o più semplicemente nei locali della propria parrocchia. Ma agli autonominati "iniziatori" piaceva girare per alberghi, trovar tutto sempre pronto e pulito e cucinato, e farsi succulente Grandi Mangiate a spese dei loro adoratori, e così la "convivenza" è diventata un caposaldo del Cammino che resiste ancor oggi.

CORONA MISTERICA: un gruppo di brutti dipinti di Kiko Argüello che viene replicato (da gente malpagata o gratis) nelle chiese più neocatecumenalizzate. Vorrebbe significare la storia della salvezza. Ma il Redentore vi viene rappresentato con le fattezze di Kiko, così, tanto per capire chi è il vero dio dei neocatecumenali.
Corona misterica del franchising kikiano 
Modello franchising McDonald's

CROCE GLORIOSA: per i neocatecumenali dovrebbe rappresentare la propria croce individuale (nel senso evangelico di "sofferenze") quando è stata resa gloriosa dal Signore e quindi non fa più soffrire (cioè in Paradiso). È anche il titolo di un canto molto in uso, che si insegna al "II° passaggio", quando nello scrutinio viene chiesto ad ogni adepto neocatecumenale “quale è la sua croce” (bisogna rispondere in modo enfatico e spettacolaristico, ad esempio: "la mia croce sono i miei figli"). È anche la denominazione della brutta croce astile progettata da Kiko ("astile", cioè montata su un'asta: a Kiko piace recitare la parte del vescovo, vedi foto qui), una specie di crocifisso-sogliola schiacciato ed esteticamente orrendo se non blasfemo:
"Croce gloriosa" astile designed by Kiko
Obbligatoria nel franchising neocatecumenale

DANZA (o DANZA EBRAICA)
: balletto-girotondo piuttosto infantile e triste (nonostante sia chiassoso), spacciato come di origine ebraica, che viene eseguito attorno alla "mensa" al termine delle celebrazioni eucaristiche neocatecumenali (vedi imbarazzante video) ed anche in numerose altre occasioni, come le "100 piazze" (vedi foto del povero nonnetto).

Danza o balletto neocatecumenale attorno alla "mensa"

DECIMA
: implacabile tassa comunitaria equivalente al dieci per cento delle proprie entrate economiche (quindi non solo dello stipendio, ma di ogni entrata economica) che i catecumenali devono versare mensilmente a partire dal "II° passaggio". È la componente principale del fiume di soldi che entra nel Cammino. Ai cosiddetti "scrutini" la tipica domanda accusatoria è: sei aperto alla vita? fai le Lodi la domenica? la dai la Decima? Per far infuriare qualche cosiddetto "catechista" che tenta di adescarti per farti aderire alla setta, è sufficiente fargli notare che sai già dell'esistenza delle "decime".

DIDÀSCALO: maestro per i bambini, che viene eletto al "II° passaggio" e si occupa dell’istruzione religiosa dei bambini della comunità. Alle "convivenze", durante la preghiera delle Lodi mattutine domenicali, porta a spasso i bambini (mentre gli adulti terminano il cerimoniale kikolatrico) e li istruisce sul Vangelo del giorno (in versione kikizzata) o su argomenti di sua scelta (sempre compatibili col neocatecumenalismo). Porta periodicamente i bambini in gita, al cinema o organizza giornate per loro. Insegna loro anche i canti neocatecumenali, specialmente durante la preparazione della Pasqua il sabato mattina.

ELEZIONE: penultimo "passaggio" del Movimento Neocatecumenale, in cui i catecumeni diventano ELETTI. La divisa d'ordinanza è una costosissima vestina bianca, che fino a non molti anni fa era griffata da Kiko, e che serve a far sapere agli altri di avere una "Fede Adulta":
Gli ELETTI neocatecumenali sfilano con le vesti bianche.
Laici di qualità superiore, tutti gli altri vestiti in borghese…

FONTE BATTESIMALE
: le chiese maggiormente neocatecumenalizzate lo costruiscono davanti alla mensa/altare. È una mini-piscina a base ottagonale e scavo a forma di croce quadrata, con scalini per la discesa dove, nella notte di Pasqua, si battezzano bambini e adulti per immersione totale. Poveri voi se avete la sfortuna di nascere qualche giorno dopo Pasqua. Nelle chiese in via di kikizzazione ma non ancora attrezzate si costruisce un fonte mobile, provvisto di disegni e simboli kikiani.

Fonte battesimale Kiko style.
Anche in vendita nei negozi specializzati a prezzi esorbitanti.

KÈNOSIS
: vorrebbe indicare la discesa dell’uomo per conoscere il proprio peccato ("conoscenza" in senso biblico, cioè esperienza totale) e sperimentarne le umiliazioni. Nella Chiesa Cattolica, invece, si insegna che il peccato va evitato (e che l'uomo non deve discendere nel peccato ma al contrario deve elevare l'anima verso Dio). Tutta la pseudo-teologia neocatecumenale è una specie di "autorizzazione a peccare" (basta solo "fare bene il Cammino") perché tanto "il Signore mi ha salvato". Questa immaginetta di Kiko è un concentrato di gnosticismo, cioè la convinzione che per convertirsi e salire a Dio occorrerebbe prima scendere il più possibile nel peccato:
La "kenosis"

KETUBAH
: contratto matrimoniale ebraico che i neocatecumenali “stipulano” con Dio e con la comunità nell’ultimo passaggio, il Matrimonio Spirituale. Nel Cammino è un gadget puramente scenografico, perché nella mentalità neocatecumenale bisogna sembrare più cristiani dei cristiani stessi.
Ketubah ebraica, modello di quella neocatecumenale

LIBRO DELLA VITA
: è contemplato sia dal cristianesimo che dall'ebraismo. È il libro (di natura spirituale) che contiene i nomi di quelli che si salvano e nella Bibbia vi sono vari riferimenti ad esso, sia nel Vecchio che nel Nuovo testamento. Invece nel Cammino è un vero e proprio volume cartaceo: nel "I° passaggio" dell'itinerario neocatecumenale, ogni catecumeno scrive il suo nome di battesimo su un foglio, a simboleggiare l'iscrizione nel "libro [kikiano] della vita [kikiana]". Questo foglio viene custodito all'interno della Bibbia della comunità (sperando di non perderlo). Tipico cerimonialismo neocatecumenale che non serve a nient'altro che a sentirsi "più cristiani dei cristiani".
Questa cosa apparentemente innocua è altissimamente fuorviante, perché in tutte le Scritture si deduce che il "libro della vita", dei salvati, non viene scritto dagli uomini, ma lo scrive solo Dio nella sua infinita giustizia.

MATRIMONIO SPIRITUALE: termine che nel Cammino indica un legame “contrattuale” con Dio e con la COMUNITÀ, legame che viene sottoscritto dal cosiddetto "responsabile" e dall’equipe di "catechisti" durante l’ultimo passaggio, che avviene all’incirca dieci anni dopo l’Elezione. (Dobbiamo precisare "all'incirca" sia perché i cosiddetti "catechisti" possono bocciare e far impiegare più tempo a completare una "tappa" del Cammino, sia perché Kiko inventa sempre nuove "tappe"; una volta il Cammino finiva in 5-7 anni, quindi sono diventati 15-20 e più, quindi 30 e più...).

MENORÀH: candelabro ebraico a sette o nove braccia (quello ebraico ne ha sette; Kiko volle fare di più e ne aggiunse altre due) che viene posto sulla mensa/tavolinetto/altare per le celebrazioni e nelle "chiese domestiche" (cioè negli allestimenti in casa). Normalmente nessun catecumeno sa cosa voglia significare, esistono interpretazioni libere e diverse. Una volta Kiko disse che "nove è il numero dell'evangelizzazione", ma sembrò una battuta inventata lì al momento solo per mettere a tacere un interlocutore che aveva fatto una legittima domanda:
Menorah ebraica (7 braccia)

Hannukah ebraica (9 braccia)
Nel Movimento Neocatecumenale si usano
indifferentemente sulle mense per l'Eucarestia
o nelle "chiese domestiche".
Tanto chiamano tutto "menorah",
non sapendo minimamente la differenza tra
Menoràh e Hannukkàh…
Basta che sembrino "ebraiche" ed abbiano più braccia…

MENSA
: tavolinetto centrale attorno al quale i neocatecumenali si siedono in cerchio a simboleggiare la “cena” attorno alla mensa eucaristica, come dei commensali che consumano le due sacre specie del sacramento (specie del pane e specie del vino). Normalmente si ottiene con l’accostare tavoli pieghevoli non consacrati, e nelle chiese maggiormente neocatecumenalizzate sostituisce stabilmente l’altare:
Mensa neocatecumenale.
Hannukah, coppe e piatti designed by Kiko, pane azzimo.
Notare anche l'esposizione di prodotto ortofrutticoli

MERKABÀ
: termine ebraico che indica il “carro” della visione del  profeta Ezechiele. Nel Cammino invece indica un carro virtuale su cui si imbarcano i sorteggiati (cleromanzia) per le missioni neocatecumenali o per i seminari neocatecumenali Redemptoris Mater, disposti ad andare “da ogni parte”, dovunque i capi del Cammino vogliano. Il carro di Ezechiele e il carro di fuoco di Elia, così come il misticismo ebraico, non c'entrano nulla con la pagliacciata neocatecumenale delle "estrazioni" (già famose per dare inspiegabilmente destinazioni comode ai figli dei VIP neocatecumenali, e destinazioni remote e scomode ai fratelli delle comunità sprovvisti di pedigree kikiano).
Merkabah ebraica. Sorpresi?
Non è solo il "carro", nell'ebraismo.
È anche "il cuore pulsante della Kabbalah,
il suo centro segreto…"

MIDRÀSH: termine ebraico che indica un metodo di esegesi biblica (e modalità di presentazione) della tradizione ebraica. Nel Movimento Neocatecumenale, invece, il termine viene usato per indicare i raccontini devozionali (ma in stile kikiano) per “passare la fede ai figli” e si raccomanda l’acquisto dei libriccini che li contengono, anche come regalo da fare ai bambini (poverini). A volte i "midràsh" neocatecumenali vengono inflitti nelle "catechesi degli adulti" con l'intento di far intendere come il popolo ebreo interpretasse certi eventi della sua storia.
Midrash ebraici
Lo dice il titolo "Trasmissione della fede". Quale?
Il libro è scritto da
una figlia di itineranti neocatecumenali,

non da un'ebrea…

OBBEDIENZA
: nella Chiesa Cattolica è quel rispetto dovuto all'autorità poiché l'autorità viene da Dio (infatti non si deve ubbidire quando ti comandano di peccare, perché Dio non ti comanda di peccare). Nel Cammino, invece, consiste in un'ubbidienza cieca ai cosiddetti "catechisti" e soprattutto al sommo "catechista" più grosso, cioè Kiko (che si vanta di essere "il Vostro Catechista"). La scusa per chiedere tale ubbidienza cieca è che i cosiddetti "catechisti" sarebbero ispirati dallo Spirito Santo e perciò ti farebbero del bene anche quando ti fanno volontariamente del male. A chi disubbidisce al "catechista" gliela fanno sempre pagare cara, in un modo o nell'altro, fino ad arrivare all’estromissione dalla comunità ad opera di quest'ultimo, mobilitando l'intera comunità contro di te, all’infliggere umiliazioni e ostacoli, stigmatizzazioni e diffamazione, accuse infondate, forme di costante persecuzione alla persona, divieto persino di salutarti, isolamento...

OSTIARIO: pomposo titolo nobiliare neocatecumenale assegnato nel Cammino al suo membro che nella Chiesa Cattolica verrebbe definito sagrestano. Ovviamente il nobile ostiario agisce esclusivamente per la propria comunità neocatecumenale: si occupa di cucinare le pagnottone (dette "pane azzimo") per l’Eucarestia, di preparare la sala delle celebrazioni, di tenere puliti tutti gli orpelli kikiani… Può anche delegare alcune delle sue mansioni.
"Piccola guida per l'ostiario" trovata su facebook.
Iniziativa personale, che ha suscitato contrastanti reazioni:
"Non inviate la vostra e-mail,
Kiko non ha scritto nessun libro per quanto riguarda gli ostiari!"
Spassosissima discussione, ma sospettiamo che la censureranno presto.

PADRINO
: nella Chiesa Cattolica è la figura che accompagna il cresimando a ricevere la Cresima e che garantisce per quest'ultimo una formazione spirituale. Nel Cammino invece è una figura da padrino di mafia che entra in funzione col cosiddetto corso di "post-cresima", corso fatto a gruppi di 7/8 ragazzi (spesso anche meno) per attirarli ad aderire al Cammino o almeno kikizzarli. Tale padrino è incaricato di "entrare in confidenza" coi ragazzi affinché possano confidargli le loro angustie e le loro necessità... con tutti i rischi che ciò comporta, visto che il padrino di solito è un soggetto (o una coppia) avente zero studi teologici e zero competenze in fatto di educazione. I ragazzi vanno "accompagnati" (verso il Cammino) fino al compimento dei 18 anni, ma talvolta si va anche oltre. I padrini accompagnano i loro “figliocci” in un pellegrinaggio finale gratuito.

PALMA DELLA VITTORIA ("palme alte"): gadget onorifico neocatecumenalizio che si "riceve" alla conclusione del "passaggio della Redditio" e sostituisce l’olivo benedetto la domenica delle Palme. Tutti coloro che hanno superato questo passaggio, invece dell’olivo che spetta a tutto il resto della parrocchia, ottengono la palma, che poi hanno il dovere di esibire all'esterno delle loro case, in modo che chi passa sappia che “lì vive un cristiano [kikiano]”. Vi è Grande Onore neocatecumenale per coloro che hanno Ricevuto le Palme Alte.

Palma "della vittoria neocatecumenale" ad un balcone.
Ammirate e applaudite e  dite: "lì vive un cristiano!"

PANE ÀZZIMO
: significa "pane di frumento, non lievitato, e senza aromi o ingredienti aggiuntivi", ed è quello che si usa nella Chiesa Cattolica per la Comunione. Le ostie, nella Chiesa, sono di piccole dimensioni in modo da facilitare la ricezione ai comunicandi e in modo da evitare dispersione di briciole (che costituirebbe sacrilegio). Nel Cammino, il termine pane àzzimo è stato invece abusivamente messo in contrapposizione a ostie piccole e adoperato per indicare le pagnottone neocatecumenali, grosse e sbriciolose, cucinate dai cosiddetti OSTIARI secondo la ricetta dello chef Kiko, rintracciabile anche su Youtube (i KIKO-SHOP vendono anche uno stampo preconfezionato):

Pane azzimo con relativa ricetta su youtube
Cammino Neocatecumenale.
Ostia
Chiesa cattolica

REDDITIO
: per i neocatecumenali significa “rendere ciò che si è ricevuto” ed è un "passaggio" durante il quale il cosiddetto "catechista" fa un approfondito scrutinio (cioè interrogatorio) per evidenziare come il soggetto è cambiato rispetto al “prima” del Cammino. Terminato il passaggio, nel tempo di Quaresima, coloro che dai "catechisti" vengono reputati “promossi”, riportano la loro esperienza davanti a tutta la parrocchia, invitando ad ascoltarli anche parenti ed amici. Talvolta vengono confessati anche peccati seri, relativi al foro interno, come tradimenti o peccati capitali, nell’intenzione di mostrare il “cambiamento”. Spesso invece le persone si scandalizzano nel sentire peccati che dovrebbero essere menzionati esclusivamente nel segreto del confessionale...

Addirittura la torta della Redditio!
Su facebook, cliccando sull'immagine, compaiono dei nomi,
probabilmente di coloro che faranno la "solenne professione di fede"…

REDEMPTORIS MATER
: indica i seminari neocatecumenali sparsi per il mondo, in cui vengono "formati" (secondo spiritualità, liturgia e metodo kikiani-carmeniani) i futuri sacerdoti ("presbìteri") in servizio al Cammino. È stato necessario inventarli perché le cosiddette "vocazioni" neocatecumenali venivano puntualmente sbattute fuori dai seminari e dai conventi, in quanto una vera vocazione cattolica è al servizio di tutta la Chiesa (non esclusiva al Cammino) e ubbidisce ai propri superiori religiosi (anziché esclusivamente ai cosiddetti "catechisti" del Cammino). È uno dei rari casi in cui il Cammino adopera un parolone in latino anziché in ebraico. C'è da notare che se uno o due "seminaristi" e un "presbitero" neocatecumenali abitano in una stessa casa, per i vertici del Cammino è già sufficiente per proclamare che quello è nientepopodimeno che un "seminario missionario diocesano internazionale Redemptoris Mater al servizio del vescovo e della diocesi bla bla bla". Vedi approfondimento.

RISONANZA o "eco della parola". Consiste nel pronunciare qualche fervorino spontaneo, vere e proprie omelie laicali estemporanee che i neocatecumenali fanno durante le loro celebrazioni, anche dell'Eucarestia (sebbene i documenti liturgici le prevedano solo con grosse restrizioni perché il culto a Dio non può essere annacquato da parolame umano). In queste stupide omelie, uno sterile spontaneismo da bigotti, i fratelli del Cammino dicono ciò che la parola ascoltata ha loro "suscitato". Così, tragicomicamente, molte volte si ascoltano risonanze che distorcono completamente il Vangelo appena ascoltato, come ad esempio il sentirsi "giudicati" da un Vangelo di speranza. È un'applicazione alla carlona del principio protestante del "sola fide e sola scriptura". Nel Cammino è tutto un cerimonialismo parolaio, un diluvio di parole umane che offusca e annacqua la Parola di Dio.

SCRUTATIO: lettura della Bibbia avvalendosi di riferimenti e note a margine, seguendo un filo conduttore che - a loro dire - “Dio traccia”. Ora, sebbene  il clero e i vescovi spesso consigliano di leggere la Bibbia, non intendono certo trasformarla in un giocattolino magico da cui estrarre portentose ricette e inauditi suggerimenti. Invece nel Cammino vige questo cerimonialismo della scrutatio - anche durante le "convivenze", o nelle domeniche per i giovani a questa dedicate, così che i giovani si trovano due domeniche mensili occupate, una per la Scrutatio (ma ormai moltissimi non ci vanno) e una per la convivenza mensile. Il Cammino è tutto un affannarsi di attività e di preparazioni.

Adesso i Kiko-shops vendono anche il
"quaderno per la Scrutatio" dotato nientemeno che
di scritta "SCRu+aTIO" col font di Kiko Argüello.

Evidentemente i quaderni comuni per annotare
passi biblici e pensieri, non erano sufficienti…

SCRUTINIO
: questo termine, nel Cammino, denota sia l'interrogatorio da parte dei cosiddetti "catechisti" che il ritualismo del "passaggio" da una tappa all'altra del percorso iniziatico. L’interrogatorio avviene ad opera dei cosiddetti "catechisti" contro il singolo "neocatecumeno" che è tenuto a rispondere sinceramente anche alle domande più vergognose e imbarazzanti e in presenza di tutta la comunità. Il più importante di questi avviene al "II° passaggio" e può durare anche più di un'ora. Il sorteggiato si siede al centro della stanza, davanti ai cosiddetti catechisti e con la croce kikiana accanto, e il "catechista" scrutinante gli interpreta la vita, dando consigli e stimolando il neocatecumeno ad "aprirsi" su ogni qualsivoglia aspetto personale. Durante questi scrutini spesso e volentieri si viola il foro interno da parte dei "catechisti" (facendo domande invadenti, specie su temi imbarazzanti, soprattutto su temi sessuali) o si danno consigli che poi si rivelano deleteri per la persona. È una delle principali fonti di scandalo, ben nota fin da quando padre Zoffoli la documentava negli anni '80.

SHEKINÀH: secondo la tradizione ebraica significa la presenza "fisica" di Dio. Siccome si utilizza questo termine anche per indicare il Tempio di Gerusalemme, non di rado viene impropriamente utilizzato nel Movimento Neocatecumenale per indicare la Chiesa cristiana.
Canto neocatecumenale "Maria piccola Maria".
Intanto "piccola" Maria. Piccola?!
Poi tutti gli attributi di Maria nella strofa finale.
Maria, per i cattolici Madre della CHIESA,
per l'Argüello è la "nube che protegge ISRAELE",
il "santuario della sua SHEKINÀ".
CHIESA, il Kiko non riesce proprio a dirlo…

Shekina SAS, Società in Accomandita Semplice.
Pagina facebook di un kiko-shop.
Notare il font kikiano e il logo ottagonale.



SHEMÀ: è una delle più importanti preghiere della Liturgia Ebraica e significa “Ascolta”. Shemà Israel = Ascolta Israele. Per i neocatecumenali, siccome la “fede viene dall’ascolto”, il termine Shemà è onnipresente nei discorsi e nelle cosiddette "catechesi". Esiste una tappa, dopo il "I° passaggio", che si chiama appunto Shemà ed è preparatoria all’importantissimo "II° passaggio" che promuove, per chi lo supera, dal neocatecumenato al cosiddetto "catecumenato" (cioè si diventa Paganti Decima). In tale occasione si insegna il canto kikiano Shemà, che i neocatecumenali cantano spessissimo in ogni occasione. Sull’”ascolto” ebraico vi sono continue catechesi.
Shemà Israel, Ascolta Israele.
ISRAELE.
È infatti la preghiera per eccellenza dell'ebraismo

SHÉOL
: termine poco usato, ma che ogni neocatecumenale conosce perché indica l’«inferno» ed è contenuto anche in un canto di Kiko: “mi hai tratto dal profondo dello shéol…”. In ebraico infatti, shéol indica il regno dei morti, in greco è l’Ade. Il neocatecumenalismo ha una vera fissazione nel menzionare l'inferno, ma non si tratta dell'inferno secondo la dottrina cattolica, ma solo di un concetto di infelicità meramente terrena, infelicità dovuta solo al... non aver fatto abbastanza bene il Cammino.

TORÀH: per gli ebrei è l’insieme degli insegnamenti scritti (Pentateuco: i primi cinque libri della Bibbia) e orali di interpretazioni e narrazioni rabbiniche. Per i neocatecumenali, insieme al Talmùd (altro testo sacro dell'ebraismo), è semplicemente il riferimento generico all’Antico Testamento, al rotolo della legge e spessissimo, nelle cosiddette "catechesi", vi viene fatto riferimento (sono talmente fissati con l'ebraismo da non riuscire a fare a meno di infilare paroloni ebraici in ogni frase). Un prezioso rotolo della Torah è gelosamente ostentato anche alla Domus Galiaeae (ennesimo monumento che Kiko ha fatto erigere a sé stesso), quartier generale neocatecumenale in Terra Santa: anziché esporre il Vangelo, espongono la Toràh.

La Torah preziosissima custodita nella
Domus Galilaeae di Kiko in Israele.
Per loro è più importante del Vangelo...

TRADITIO
: è un "passaggio" del Cammino in cui i neocatecumenali vanno a bussare alle porte delle case (come i testimoni di geova) per portare la “buona novella” (cioè per tentare di adescare nuovi proseliti per Kiko). Tale iniziativa estremamente imbarazzante dura normalmente due anni. Le persone coniugate col coniuge fuori dal Movimento, fanno la Traditio a casa propria e quindi stanno lontane dalla comunità per tutto il tempo della Traditio, tranne in occasioni particolari. Traditio, in latino, significa “trasmissione”, che è poi l’intenzione di coloro che bussano alle porte: trasmettere il messaggio di Kiko, la pace di Kiko, la fede in Kiko... Così i neocatecumenali vanno a “tràdere” - non ciò di cui pensano di essere in possesso (la fede) ma il kikismo-carmenismo.

La torta della Traditio, da facebook.

Yeshivah ebraica = sessione di studio della Scuola Rabbinica
Yeshivah neocatecumenale = Santuario della Parola di Kiko

YESHIVÀH: per gli ebrei è un'istituzione educativa che si basa sullo studio dei testi religiosi tradizionali, quali Talmud e Torah ed è generalmente diretta da un rabbino. Di solito tale termine definisce anche una “sessione” di studio della Scuola Rabbinica. Per i neocatecumenali è invece il luogo della preghiera e della scrutatio che si trova in ogni seminario Redemptoris Mater, dove si trova anche il tabernacoloa due piazze” che oltre al Santissimo contiene anche la Bibbia. La chiamano Santuario della Parola. Nel delirio della spiegazione fornita dal seminario neocatecumenale Redemptoris Mater di Perth, Australia, si legge che: i sedili sono “troni perché il trono è sempre il luogo utilizzato da un re. La scrittura infatti, ci fa re..." e altre supreme asinerie.

Trono presidenziale nella Yeshivah
del seminario Redemptoris Mater di Perth,

completo di "croce gloriosa" astile designed by Kiko
e "Madonna del Cammino" dipinta by Kiko.
Kiko e le sue deiezioni sono sempre il centro di tutto.

Il tabernacolo "a due piazze" contiene sia la Bibbia che il Santissimo Sacramento, che è un modo tutto neocatecumenale per dire che nel Santissimo Sacramento non vi sarebbe la Presenza Reale di Nostro Signore.

Tabernacolo a "due piazze"
Santissimo e scrittura insieme.
Pari dignità, secondo loro…

Di fronte al Tabernacolo si trova l’imponente struttura chiamata Bemà (oppure Bimah), il luogo in cui si canta e si proclama la Parola. Nei riti neocatecumenali è tutto uno spettacolino di omelie laicali, grattugiamenti di chitarrella e di canzonette, letture bibliche a sostegno delle omelie laicali, eccetera. Nel Cammino si è voluto prendere un po’ dal cristianesimo e un po’ dall’ebraismo (e aggiungere parolame a iosa) per mescolare il tutto in un insieme ibrido che ha dato come prodotto una religione ibrida: il kikianesimo. Totalmente diversa nei contenuti e nel credo da quella della Chiesa cattolica.